Long-COVID e rischio di mortalità

Un nuovo studio mostra che anche i casi lievi di COVID-19 aumentano il rischio di mortalità nei sei mesi successivi alla diagnosi e che questo rischio aumenta di pari passo con la gravità della malattia.

Il Long-COVID (Sindrome Long-COVID, Sindrome post-COVID) aumenta il rischio di mortalità anche nei pazienti con malattie lieve

Un nuovo studio della Washington University School of Medicine di St. Louis mostra che anche i casi lievi di COVID-19 aumentano il rischio di mortalità nei sei mesi successivi alla diagnosi e che questo rischio aumenta di pari passo con la gravità della malattia.

Manca una definizione esatta, ma in genere i sintomi con una durata di più di 2 mesi sono considerati Long-COVID. La condizione è caratterizzata da sequele a lungo termine, persistenti dopo il tipico periodo di convalescenza da COVID-19 e può comportare una serie di sintomi come stanchezza persistente, mal di testa, mancanza di respiro, anosmia, debolezza muscolare, febbre, disfunzione cognitiva, tachicardia, disturbi intestinali e manifestazioni cutanee.
In una ricerca appena pubblicata un gruppo di ricercatori ha evidenziato che i pazienti guariti da COVID-19 - compresi quelli con sintomatologia lieve, non ospedalizzati - hanno un aumentato rischio di mortalità nei sei mesi successivi alla diagnosi di COVID-19.

I ricercatori hanno analizzato i dati della Veterans Health Administration degli Stati Uniti. Il set di dati comprendeva 73.435 pazienti guariti da COVID-19 non ospedalizzati e, per confronto, quasi 5 milioni di soggetti senza diagnosi di COVID-19 e non ricoverati nel periodo di osservazione. I veterani inclusi nello studio erano principalmente uomini (quasi l'88%), ma la grande dimensione del campione ha fatto sì che lo studio includesse anche 8.880 donne con casi confermati di COVID-19.
"Il nostro studio dimostra che fino a sei mesi dopo la diagnosi, il rischio di mortalità a seguito di un caso anche lieve di COVID-19 non è banale e aumenta con la gravità della malattia", ha detto il Prof. Ziyad Al-Aly, autore senior della ricerca. "Dato che più di 30 milioni di Americani sono stati infettati dal virus SARS-CoV-2, e dato che il peso del Long-COVID è sostanziale, gli effetti di questa malattia si sentiranno per molti anni. Non è esagerato dire che il Long-COVID rappresenterà la prossima grande crisi sanitaria. I medici devono prestare molta attenzione ai pazienti che hanno avuto la COVID-19. Molti di questi pazienti avranno bisogno di cure integrate e multidisciplinari".
I ricercatori hanno mostrato che i pazienti guariti dalla COVID-19 hanno un rischio di mortalità aumentato di quasi il 60% nei sei mesi successivi alla diagnosi rispetto alla popolazione generale. Al termine del follow up di 6 mesi, sono stati stimati 8/1000 decessi in eccesso tra tutti i sopravvissuti alla COVID-19. Tra i pazienti COVID-19 ospedalizzati sopravvissuti oltre i primi 30 giorni di malattia, ci sono stati 29 morti in eccesso per 1.000 pazienti nei sei mesi successivi.
Lo studio non ha dimostrato solo un aumento del rischio di mortalità nei pazienti COVID-19, ma anche un aumento di visite ambulatoriali. Inoltre, i ricercatori hanno osservato un aumento dell’utilizzo di farmaci (ansiolitici, analgesici oppioidi e non oppioidi, e farmaci antipertensivi).
I ricercatori hanno rilevato che il Long-COVID può colpire quasi ogni distretto corporeo.

Nessuno dei pazienti ha sofferto di tutti questi problemi, ma molti hanno sviluppato un cluster di sintomi che hanno un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita.
 

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credit: Washington University School of Medicine in St. Louis
 

Per aiutare a capire gli effetti a lungo termine della COVID-19 di intensità più grave, i ricercatori hanno usato i dati VHA per condurre un'analisi parallela su 13.654 pazienti COVID-19 ospedalizzati, messi a confronto con 13.997 pazienti ospedalizzati per influenza stagionale. Secondo l’analisi, i pazienti guariti da COVID-19 hanno un rischio di mortalità aumentato del 50% rispetto ai guariti da influenza.

Questo studio comprendeva in prevalenza uomini, quindi i risultati non possono essere generalizzati.. Gli autori inoltre non hanno potuto dimostrare in modo definitivo che le sequele post-acute nei sopravvissuti a COVID-19 erano causate dall'infezione, cosa che rappresenta un ulteriore limite dello studio.
Nelle prossime analisi, Al-Aly e i suoi colleghi hanno intenzione di osservare l’andamento dei pazienti in base all'età, alla razza e al sesso per ottenere una comprensione più profonda del rischio di mortalità nei soggetti con Long-COVID.

 


Fonti: Ortona E, Buonsenso D, Malorni W. Long Covid: le donne sembrano più colpite. Una sfida per la medicina di genere. ISS Istituto Superiore di Sanità. 12 febbraio 2021.
Strait JE. Among COVID-19 survivors, an increased risk of death, serious illness. Washington University School of Medicine. 22 April 2021
Al-Aly Z, Xie Y, Bowe B. High-dimensional characterization of post-acute sequalae of COVID-19. Nature. 2021 Apr 22. doi: 10.1038/s41586-021-03553-9. Epub ahead of print. PMID: 33887749.