Carenza di medici, quello che gli altri non dicono

Il problema della carenza di medici in Italia non è affrontato in modo approfondito e sistematico. Politici, giornalisti e rappresentanti dei medici non pongono la giusta attenzione su tutte le cause che hanno portato all’emergenza attuale. Sulle pagine di “The Lancet” l'opinione del Dr. Luca La Colla.

Il vero problema è che l’Italia non è un polo attrattore per i medici stranieri

Il problema della carenza di medici in Italia non è affrontato in modo approfondito e sistematico. Politici, giornalisti e rappresentanti dei medici non pongono la giusta attenzione su tutte le cause che hanno portato all’emergenza attuale. Sulle pagine di “The Lancet” il Dr. Luca La Colla, anestesista presso la Duke University nel North Carolina, analizza il problema. Vi riportiamo la traduzione di un estratto dell’articolo.

In Italia mancano medici, ed è una vera e propria emergenza. Diverse regioni italiane stanno cercando di reclutare medici dall'Europa dell'Est e dal Pakistan, stanno assumendo specializzandi italiani all'ultimo anno di formazione e, nei pronto soccorso, medici senza specializzazione.

Per alcuni il problema sta nel numero di medici italiani che vanno a lavorare all’estero. I dati dicono che sono 1000 ogni anno, ma questo numero rappresenta probabilmente una sottostima. Trattenere questi medici in Italia potrebbe risolvere il problema solo in parte.
Per altri il vero problema sta nel fatto che non vi sia un sufficiente numero di borse di specializzazione rispetto al numero di laureati. Problema reale. Tuttavia il semplice aumento di posti per gli specializzandi senza un adeguamento delle strutture e del percorso formativo non garantirebbe un curriculum adeguato ai giovani medici. Si prova a tamponare assumendo, soprattutto nei pronto soccorso, medici neoabilitati, senza specializzazione. Soluzione, questa, che pone seri interrogativi sulla qualità dell'assistenza fornita. C’è poi la possibilità, per gli specializzandi dell’ultimo anno, di partecipare ai concorsi pubblici, ma a condizione che si inizi a lavorare una volta terminata la formazione.
Il vero problema non sta nello scarto tra il numero di nuovi specialisti che entrano nel mondo del lavoro e il numero di medici che va in pensione.  Il vero problema sta nello scarto tra il numero di medici che lasciano il sistema sanitario per andare in pensione o per lavorare all'estero e quelli che entrano nel sistema. Il vero problema non sta nella carenza di specialisti, ma nel fatto che il sistema italiano sia poco attrattivo per gli specialisti stranieri.

Politici, giornalisti e rappresentanti dei sindacati dei medici che stanno dibattendo la questione si sono mai chiesti perché nessun medico vuole trasferirsi a lavorare in Italia dalla Francia, dalla Germania, dal Regno Unito o dal Nord America? Perché l'Italia deve reclutare medici da paesi con un reddito più basso e condizioni di lavoro peggiori? Perché non migliorare l’ambiente di lavoro e diventare un luogo più attrattivo? I benefici di questi miglioramenti sarebbero enormi per i pazienti e per l'intera comunità medica. Condizioni di lavoro inadeguate, poca stabilità, scarse possibilità di crescita, salari bassi, ingerenze politiche e concorsi truccati allontanano gli specialisti di altri paesi dall’Italia. In varie parti del mondo vivono medici italiani e non italiani con grandi capacità che sarebbero disposti a lavorare in Italia se le condizioni cambiassero.
Serve una comprensione adeguata dei problemi per poterli risolvere. Il resto del mondo si muove velocemente, l’Italia no e sta  raggiungendo un punto di non ritorno.

 


Fonti: Colla L. Health worker gap in Italy: the untold truth.  Lancet. 2019 Aug 17;394(10198):561-562. doi: 10.1016/S0140-6736(19)31832-X.
Paterlini M.. Italy calls on retired doctors to fill health worker gap. Lancet. 2019 Apr 13;393(10180):1492. doi: 10.1016/S0140-6736(19)30849-9.