Cento tesi per discutere il medico del futuro

Gli Stati Generali della professione medica sono l’ambizioso percorso – lungo un anno e mezzo e trasversale a tutta la società civile – che, nelle intenzioni dei promotori, porterà alla ridefinizione del ruolo del medico, della scienza medica, della medicina e della professione. Un percorso che condurrà a scrivere la Magna Carta della professione.

Al via gli Stati Generali della professione medica organizzati dalla FNOMCEO

Gli Stati Generali della professione medica sono l’ambizioso percorso – lungo un anno e mezzo e trasversale a tutta la società civile – che, nelle intenzioni dei promotori, porterà alla ridefinizione del ruolo del medico, della scienza medica, della medicina e della professione.  Un percorso che parte dalle “Cento tesi” messe a disposizione dal filosofo della Medicina Ivan Cavicchi e che condurrà a scrivere la Magna Carta della professione.

Gli Stati Generali della professione medica sono iniziati e costituiranno un grande percorso che coinvolgerà tutte le componenti della professione medica e odontoiatrica, le altre professioni, sanitarie e non, e poi antropologi, sociologi, opinion leader, filosofi, economisti, intellettuali.
Saranno sei le direttrici lungo le quali si svilupperà il dibattito che porterà a scrivere la “Magna Carta” del medico e della Medicina:

Il tempo in cui la medicina era prevalentemente un affaire dei medici, soprattutto da un punto di vista deontologico, è finito poiché la medicina e, di conseguenza, la professione medica è diventata complessa e, quindi, oggetto di studio da parte di esperti. Oggi bisogna tener conto degli interessi e del ruolo di svariati soggetti a partire dal cittadino, per non tacere del politico, dell’economista, del gestore, delle altre professioni, solo per citarne alcuni. Con tanti giocatori entrano in campo tanti contesti, tanti interessi diversi, tante diverse visioni del mondo. In una parola, entra in campo un grado alto di complessità al quale i medici non sono abituati.

Nella storia recente nessuna discussione sulla professione, sui suoi fondamenti, sulla sua identità e sul suo ruolo è stata mai affrontata su scala nazionale, con lo scopo di definire una “Magna Carta” della professione. Infatti, nel corso del 900, la professione si è sviluppata insieme ad un poderoso progresso scientifico e all’affermarsi di sistemi di welfare pubblico, diventando, nello stesso tempo, lo strumento di un nuovo progresso scientifico e l’espressione di un’avanzata politica dei diritti. Sul finire di questo secolo la professione ha iniziato a subire condizionamenti tra cui quelli di tipo economico e socio-culturali, resi più accentuati dagli effetti della grande crisi economica e dalla rivendicazione di una maggiore partecipazione alle scelte in sanità da parte del cittadino, nonché dalla contestuale presa di coscienza dei propri diritti. La discussione che la FNOMCEO sta facilitando è da considerarsi un evento storico perché la crisi in cui versa la professione ha caratteristiche tali da non avere precedenti.

Per favorire e incoraggiare la discussione verranno usate delle “tesi” vale a dire particolari asserzioni di natura diversa, attinenti alla crisi della medicina e alla crisi del medico. Il fine è enunciare in modo possibilmente chiaro e sintetico delle analisi, delle convinzioni, delle proposte e promuoverne la discussione fino a costruire una piattaforma di cambiamento.
Le 100 tesi elaborate dal Prof. Ivan Cavicchi (scarica qui i documenti) servono a ridiscutere come è il medico adesso. “Il medico oggi” – ha evidenziato Ivan Cavicchi - “in ragione di processi economici e culturali e condizionamenti più vari sta diventando un'altra cosa, la versione peggiore di quello che dovrebbe essere un professionista. Noi vogliamo tornare, per così dire, alla versione migliore del medico che sia all'altezza delle sfide che il terzo millennio pone e alla luce delle complessità esistenti”.


Fonte: Ufficio Stampa FNOMCEO. Al via gli Stati Generali della Professione medica, tra un anno la Magna Carta. Anelli (Fnomceo): “Noi medici del cittadino, artefici della democrazia e custodi dei diritti”. 15 maggio 2019