Come prepararsi ad un’epidemia di vaiolo

Un recente report sottolinea la necessità per gli Stati Uniti di rafforzare la propria preparazione a un'epidemia di vaiolo. Gli esperti infatti temono un’epidemia causata da un rilascio intenzionale o accidentale o una ricomparsa naturale.

Eradicazione del vaiolo nel 1980

Il vaiolo fu dichiarato eradicato nel 1980. In Italia la vaccinazione di routine venne interrotta nel 1977 e abrogata nel 1981.
Il vaccino antivaioloso utilizzato in passato e che ha permesso di eradicare la malattia è composto da un virus simile a quello del vaiolo (ma meno dannoso), di origine bovina. Il vaccino ha dimostrato un’efficacia del 95% nel prevenire l’infezione ed è risultato anche efficace nel prevenire o attenuare la malattia se somministrato entro i quattro giorni successivi all’esposizione. La vaccinazione avveniva tramite escoriazione con ago, inoculando sotto la cute il virus, e dava origine ad una piccola ferita, che evolveva in pustola e dopo qualche settimana guariva lasciando una piccola cicatrice.
Attualmente sono disponibili nuovi vaccini di terza generazione, che sono attenuati e non replicanti e sono indicati per la prevenzione del vaiolo umano (Smallpox) e del vaiolo delle scimmie (Monkeypox), indicati per soggetti ad alto rischio di infezione:

La vaccinazione viene effettuata tramite iniezione sottocutanea; il ciclo vaccinale completo consta di due dosi, somministrabili ad almeno 28 giorni di distanza. È necessaria una sola dose di richiamo per coloro che abbiano già ricevuto una dose di vaccino antivaiolo, o di MVA-BN o abbiano già concluso il ciclo vaccinale da più di due anni di tempo.

Sistemi sanitari impreparati ad affrontare un’epidemia di vaiolo

Il recente rapporto di “National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine” sottolinea la necessità di migliorare la preparazione degli Stati Uniti contro il vaiolo e le malattie causate da virus simili. migliorando diagnosi, vaccini e terapie di cui si potrebbe avere bisogno in caso di epidemia. La pandemia di COVID-19 ha rivelato importanti carenze nella risposta dei sistemi sanitari pubblici e privati statunitensi a un patogeno sconosciuto, che si sono presentate anche durante il recente focolaio di mpox (vaiolo delle scimmie).

Virus del vaiolo oggi

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, solo due Paesi - gli Stati Uniti e la Russia - conservano, a scopo di ricerca, campioni vivi del Variola virus, che causa il vaiolo. Ma da quando, nel 2017, PLOS One pubblicò la ricerca del virologo David Evans dell'università canadese di Edmonton sulla sintesi de novo del virus estinto del vaiolo equino da segmenti di DNA acquistati su Internet e consegnati per posta, gli scienziati hanno motivo di credere che il virus del vaiolo possa non essere così ben controllato.
La vecchia idea che sia solo in due laboratori non regge più", ha dichiarato Michael Osterholm, PhD, MPH, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy (CIDRAP) dell'Università del Minnesota. "Ad oggi credo che sia molto probabile che possa essere ancora in altre mani, in particolare in Corea del Nord".

Ricerca, biotecnologie, bioterrorismo

Secondo il rapporto, la ricerca che utilizza il virus del vaiolo vivo e è essenziale per creare e migliorare le contromisure contro il vaiolo e altre malattie causate da virus simili, e per garantire che gli Stati Uniti siano pronti a rispondere a un'epidemia. Il virus del vaiolo vivo in particolare è essenziale per sviluppare nuovi bersagli per terapie più efficaci, verificare l'efficacia di vaccini, trattamenti e diagnostici, creare modelli animali che possano essere utilizzati nella ricerca al posto degli esseri umani.
Allo stesso tempo, poiché le conoscenze nelle biotecnologie sono sempre maggiori e sono in grado di dare la possibilità di creare deliberatamente e di utilizzare in modo improprio il virus del vaiolo (considerato interessante per i terroristi per il suo potenziale di creare un ceppo più letale e trasmissibile) è importante che i decisori politici analizzino adeguatamente il rapporto rischio-beneficio della ricerca sul vaiolo utilizzando tecnologie emergenti.

Migliorare diagnosi, vaccinazione e terapia

Sono necessari test nuovi diagnostici che, ad esempio, possano rilevare più accuratamente un’infezione da vaiolo o da virus simili, identificare potenziali casi di malattia nelle fasi precoci, valutare l'esposizione o l'immunità pregressa al vaiolo, supportare la sorveglianza delle malattie.
Per garantire una risposta rapida ed efficace ad una eventuale epidemia di vaiolo, servono vaccini più sicuri, che possano essere utilizzati in diverse popolazioni e siano disponibili in singola dose. Lo sviluppo di nuovi vaccini contro il vaiolo basato su una piattaforma multi-vaccinale, che utilizza elementi e processi di produzione comuni, migliorerebbe la capacità di produzione rapida e ridurrebbe la necessità di stoccaggio.
Bisogna avere opzioni terapeutiche che siano più sicure e diversificate, ad esempio antivirali che abbiano bersagli, meccanismi d'azione e vie di somministrazione differenti, o trattamenti basati su tecnologie e piattaforme innovative.
Il rapporto sottolinea che i piani per rispondere a un'epidemia di vaiolo o in caso di bioterrorismo devono essere flessibili e continuamente aggiornati, in modo da poter affrontare le sfide di molteplici scenari potenziali. Nel caso di un'emergenza internazionale di vaiolo, le capacità di prontezza e risposta degli Stati Uniti saranno significativamente influenzate dalla capacità degli altri Paesi di rilevare e contenere la trasmissione del vaiolo. Sostenere la capacità internazionale e la capacità di accesso alle contromisure mediche per il vaiolo migliorerà a sua volta la bio-sicurezza degli Stati Uniti.

Fonte: National Academies - Sciences, Engineering, Medicine. Future State of Smallpox Medical Countermeasures. 2024. https://doi.org/10.17226/27652.