Il cuore dei pazienti COVID-19

Una serie di autopsie condotte a New Orleans mostrano che il danno al cuore nei pazienti affetti da COVID-19 non è l'infiammazione tipica del muscolo cardiaco associata a miocardite, ma piuttosto un particolare pattern di morte cellulare dei singoli miociti cardiaci.

Le autopsie rivelano sorprendenti modificazioni nel tessuto cardiaco dei pazienti COVID-19

Una serie di autopsie condotte dai patologi della Louisiana State University (LSU) Health New Orleans mostrano che il danno al cuore nei pazienti affetti da COVID-19 non è l'infiammazione tipica del muscolo cardiaco associata a miocardite, ma piuttosto un particolare pattern di morte cellulare dei singoli miociti cardiaci. I risultati provengono da uno studio dettagliato dei cuori di 22 pazienti deceduti causa di COVID-19.

«Abbiamo identificato i principali cambiamenti macroscopici e microscopici che mettono in discussione l’idea che la miocardite tipica sia associata ad una grave infezione da SARS-CoV-2», dice il Prof. Richard Vander Heide. "Anche se il meccanismo del danno cardiaco nella COVID-19 è sconosciuto, proponiamo diverse teorie che necessitano di ulteriori indagini per arrivare a una maggiore comprensione e a potenziali interventi terapeutici».
Il team di patologi del LSU Health Sciences Center guidato dal Dr. Vander Heide, un esperto patologo cardiovascolare, ha anche scoperto che, a differenza del coronavirus responsabile della SARS, il virus SARS-CoV-2 non era presente nelle cellule del muscolo cardiaco. Né vi erano coaguli nelle arterie coronarie.
I risultati delle loro precedenti ricerche avevano rivelato che i danni alveolari diffusi insieme alla formazione di trombi e alle emorragie nel microcircolo polmonare sono i maggiori responsabili della morte nei pazienti COVID-19.
«Questi risultati, insieme all’evidenza dell’ingrossamento del ventricolo destro, possono indicare uno stress estremo del cuore secondario alla malattia polmonare acuta», aggiunge la Dott.ssa Sharon Fox, Direttore Associato di Ricerca e Sviluppo nel Dipartimento di Patologia della LSU Health New Orleans School of Medicine.

Le autopsie sono state condotte presso l'University Medical Center di New Orleans su 22 pazienti morti di COVID-19. La maggior parte erano afroamericani. I dieci pazienti maschi e le dodici femmine avevano un'età compresa tra i 44 e i 79 anni. Anche se c'erano altre condizioni patologiche di fondo, la maggioranza aveva la pressione alta, la metà aveva il diabete di tipo 2 trattato con insulina e circa il 41% presentava obesità.

I patologi della LSU Health New Orleans, come altri, hanno anche riscontrato un danno provocato dall’infezione virale nei confronti delle cellule endoteliali. Anche se minimo, questo danno endoteliale può essere sufficiente a causare disfunzioni d’organo dovute alla morte delle singole cellule. Anche gli effetti della cosiddetta "tempesta di citochine" associata a COVID-19 possono giocare un ruolo nell’evoluzione della malattia.
«Dato che le cellule infiammatorie possono passare attraverso il cuore senza essere necessariamente presenti nel tessuto cardiaco vero e proprio, non si può escludere che questo abbia un ruolo nella genesi dei danni endoteliali indotti dalle citochine», dice il dottor Vander Heide.

 

Fonte: Fox SE, Li G, Akmatbekov A, et al. Unexpected Features of Cardiac Pathology in COVID-19 Infection [published online ahead of print, 2020 Jul 21]. Circulation. 2020;10.1161/CIRCULATIONAHA.120.049465. doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.120.049465