Il morbo di Parkinson nasce nell’intestino?

I ricercatori della Johns Hopkins Medicine riportano di aver trovato ulteriori prove che la malattia di Parkinson ha origine tra le cellule dell'intestino e viaggia tramite i neuroni fino al cervello. Lo studio rappresenta un punto di partenza per trattamenti che potrebbero prevenire o arrestare la patologia.

Esperimenti nei topi mostrano la trasmissione di α-sinucleina dall'intestino al cervello

I ricercatori della Johns Hopkins Medicine riportano di aver trovato ulteriori prove che la malattia di Parkinson ha origine tra le cellule dell'intestino e viaggia tramite i neuroni fino al cervello. Lo studio, descritto nel numero di giugno della rivista Neuron, offre un nuovo, più accurato modello in cui testare trattamenti che potrebbero prevenire o arrestare la progressione del morbo di Parkinson.

Il morbo di Parkinson è caratterizzato dall'accumulo di α-sinucleina mal ripiegata nel tessuto cerebrale. La formazione dei corpi di Lewy compromette la capacità di una persona di muoversi, pensare o regolare le emozioni.
Uno studio recente condotto dalla Johns Hopkins University School of Medicine ha cercato di approfondire le conoscenze relative allo sviluppo della patologia. Il nuovo studio si basa sulle osservazioni fatte nel 2003 dal neuroanatomista tedesco Heiko Braak, che ha dimostrato la presenza di accumuli di α-sinucleina mal ripiegata anche nei neuroni enterici dei pazienti affetti da morbo di Parkinson. Numerose prove sostengono la forte connessione intestino-cervello nell’esordio e nello sviluppo della malattia. I ricercatori di Baltimora hanno ipotizzato che l’α-sinucleina mal ripiegata possa migrare dall’intestino al cervello attraverso il nervo vago, che decorre dal cervello fino all’addome.

Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno iniettato 25 microgrammi di α-sinucleina mal ripiegata sintetica nell’intestino di topi sani.  Hanno quindi analizzato il tessuto cerebrale dei topi a uno, tre, sette e dieci mesi dall’inoculo. Gli studiosi hanno così verificato che l’α-sinucleina si è diffusa lungo tutto il percorso del nervo vago, arrivando a distribuirsi nel cervello dei topi.
I ricercatori hanno poi ripetuto l’esperimento in topi sottoposti a denervazione chirurgica, con interruzione del nervo vago. Un controllo a sette mesi dall’inoculo di α-sinucleina nell’intestino ha mostrato che i topi con recisione del nervo vago recisi non hanno mostrato nessuno dei segni di morte cellulare riscontrati nei topi con nervo vago intatto. che si trovano nei topi con i nervi vago intatti. Secondo il team di ricerca, la denervazione ha fermato la diffusione della proteina.

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Credit: Ted Dawson

I ricercatori hanno poi indagato se, oltre alle differenze anatomo-patologiche nella progressione della malattia di Parkinson, ci fossero anche differenze comportamentali. Per fare questo, hanno valutato il comportamento di tre gruppi di topi: con iniezione di α-sinucleina mal ripiegata, con iniezione di α-sinucleina mal ripiegata e recisione del vago, topi di controllo senza iniezione e nervi vago intatti. I ricercatori hanno esaminato le attività comunemente usate per riscontrare i segni del morbo di Parkinson nei topi, ovvero la costruzione di tane e l'esplorazione di nuovi ambienti. La verifica a sette mesi dall’inizio dell’esperimento ha confermato che i topi con iniezione di α-sinucleina mal ripiegata senza recisione del vago mostrano segni di morbo di Parkinson.
Nel complesso, i risultati di questo studio mostrano che l'alfa-sinucleina, nei topi, può viaggiare dall'intestino al cervello lungo il nervo vago, e che bloccare la via di trasmissione potrebbe essere la chiave per prevenire le manifestazioni fisiche e cognitive della malattia di Parkinson.


Fonte: Kim S, Kwon SH, Kam TI, Panicker N, Karuppagounder SS, Lee S, Lee JH, Kim WR, Kook M, Foss CA, Shen C, Lee H, Kulkarni S, Pasricha PJ, Lee G, Pomper MG, Dawson VL, Dawson TM, Ko HS. Transneuronal Propagation of Pathologic α-Synuclein from the Gut to the Brain Models Parkinson's Disease. Neuron. 2019 Jun 17. pii: S0896-6273(19)30488-X. doi: 10.1016/j.neuron.2019.05.035.