Kaletra e COVID-19

Uno studio clinico in aperto non ha evidenziato alcun beneficio nel trattamento con Kaletra dei pazienti ospedalizzati affetti da COVID-19. Questa terapia non migliora le condizioni cliniche, non modifica il tasso di mortalità e non diminuisce la persistenza del virus nell’organismo.

L’uso di Lopinavir-Ritonavir non ha ricadute cliniche sui pazienti con COVID-19

Uno studio clinico in aperto non ha evidenziato alcun beneficio nel trattamento con Kaletra dei pazienti ospedalizzati  affetti da COVID-19. Lo studio mostra che questa terapia non migliora le condizioni cliniche, non modifica il tasso di mortalità e non diminuisce il tempo di persistenza del virus nell’organismo.

Lopinavir-Ritonavir (Kaletra) è un farmaco appartenente alla categoria degli antivirali inibitori delle proteasi usato principalmente nel trattamento dell'HIV. Alcuni centri raccomandano il trattamento con lopinavir-ritonavir per i pazienti con infezione da COVID-19. Queste raccomandazioni nascono principalmente dai rapporti preliminari di medici che in Thailandia hanno riferito miglioramenti tra i pazienti affetti da COVID-19 con sintomi gravi trattati con un regime che include il farmaco.
In uno studio recente pubblicato sul NEJM, un gruppo di ricercatori ha esaminato i dati di pazienti adulti ospedalizzati con infezione confermata da COVID-19 e una saturazione di ossigeno del 94% o inferiore. I pazienti sono stati randomizzati o per avere in terapia lopinavir-ritonavir 2 volte al giorno per 14 giorni in aggiunta alle cure standard o per seguire le cure standard (a seconda delle necessità ossigenoterapia, ventilazione non invasiva e invasiva, antibiotici, dialisi, ECMO, etc).
Il miglioramento clinico è stato valutato tenendo conto del tempo intercorso tra la randomizzazione e l’avanzamento su una scala ordinale che classifica le diverse condizioni cliniche (metodo usato in precedenza in studi clinici su pazienti ospedalizzati con grave influenza) o la dimissione dall'ospedale. In totale sono stati randomizzati 199 pazienti: 99 assegnati al gruppo lopinavir-ritonavir e 100 al gruppo di cura standard. Nel gruppo lopinavir-ritonavir, 5 pazienti non hanno ricevuto alcuna dose di lopinavir-ritonavir. 3 a causa di morte precoce (entro 24 ore dalla randomizzazione) e 2 perché il medico curante ha rifiutato di prescrivere il lopinavir-ritonavir dopo la randomizzazione.
L'età media era di 58 anni, e circa il 60% erano uomini. Il tempo medio di intervallo tra l'insorgenza dei sintomi e la randomizzazione è stato di 13 giorni. Glucocorticoidi sistemici sono stati somministrati al 33% dei pazienti nel gruppo di intervento e al 35,7% dei pazienti nel gruppo di controllo.

I pazienti assegnati al lopinavir-ritonavir non hanno avuto un tempo di miglioramento clinico diverso da quello dei pazienti assegnati alla sola terapia standard nella popolazione ITT intention-to-treat (mediana, 16 giorni per entrambi i gruppi). La mortalità a 28 giorni è stata simile nel gruppo lopinavir-ritonavir e nel gruppo standard (19,2% contro 25,0%). Le percentuali di pazienti con RNA virale rilevabile in vari momenti erano simili.
Un'analisi con modifica delle popolazione ITT ha rilevato che il lopinavir-ritonavir era associato ad un tempo mediano di miglioramento clinico più breve di 1 giorno. È interessante notare che il gruppo di intervento ha anche avuto una permanenza più breve nel reparto di terapia intensiva rispetto alla terapia standard (mediana 6 vs 11 giorni, rispettivamente), e la durata dalla randomizzazione alla dimissione ospedaliera è stata anch'essa più breve. Questa osservazione può suggerire che le persone arruolate nello studio erano già troppo malate per beneficiare della terapia e che un trattamento più precoce potrebbe funzionare meglio. Questa possibilità non è stata ancora testata.
Secondo gli autori gli endpoint secondari forniscono sia un motivo di speranza che un motivo di scoraggiamento. Infatti, se il numero di decessi con lopinavir-ritonavir si è rilevato lievemente minore, non si è avuto alcun effetto percepibile sulla dispersione virale.

Effetti avversi sono stati riscontrati in diversi pazienti. Diarrea grave o altri sintomi gastrointestinali hanno causato l'interruzione dell'assunzione dei farmaci lopinavir-ritonavir in 13 pazienti
"È facile immaginare che questi pazienti abbiano bisogno di antivirali, ma purtroppo finora non ci sono dati basati su prove solide per una terapia antivirale specifica ed efficace", ha affermato uno degli autori dello studio, il Dr. Bin Cao del National Clinical Research Center for Respiratory Diseases di Pechino.
In conclusione, la ricerca ha mostrato che il trattamento con lopinavir-ritonavir non ha accelerato in modo significativo il miglioramento clinico, non ha ridotto la mortalità e non ha diminuito la rilevabilità dell'RNA virale nel cavo orale dei pazienti con sintomi gravi di COVID-19.

 


Fonte: Cao B, Wang Y, Wen D, Liu W, Wang J, Fan G, Ruan L, Song B, Cai Y, Wei M, Li X, Xia J, Chen N, Xiang J, Yu T, Bai T, Xie X, Zhang L, Li C, Yuan Y, Chen H, Li H, Huang H, Tu S, Gong F, Liu Y, Wei Y, Dong C, Zhou F, Gu X, Xu J, Liu Z, Zhang Y, Li H, Shang L, Wang K, Li K, Zhou X, Dong X, Qu Z, Lu S, Hu X, Ruan S, Luo S, Wu J, Peng L, Cheng F, Pan L, Zou J, Jia C, Wang J, Liu X, Wang S, Wu X, Ge Q, He J, Zhan H, Qiu F, Guo L, Huang C, Jaki T, Hayden FG, Horby PW, Zhang D1, Wang C. A Trial of Lopinavir-Ritonavir in Adults Hospitalized with Severe Covid-19. N Engl J Med. 2020 Mar 18. doi: 10.1056/NEJMoa2001282.