La Coca-Cola e l’epidemia di obesità in Cina

Un'indagine pubblicata dal BMJ rivela come la Coca-Cola abbia condizionato la politica di salute pubblica cinese nei confronti dell’epidemia di obesità al fine di tutelare i propri interessi. Un articolo rivela la complessa rete di legami attraverso i quali la Coca-Cola ha cercato di non perdere il vasto mercato cinese.

Secondo un rapporto pubblicato su BMJ, la Coca-Cola ha influenzato la politica cinese sull'obesità

Un'indagine pubblicata dal British Medical Journal rivela come la Coca-Cola abbia condizionato la politica di salute pubblica cinese nei confronti dell’epidemia di obesità al fine di tutelare i propri interessi. Un articolo di Susan Greenhalgh rivela la complessa rete di legami istituzionali, finanziari e personali attraverso i quali la Coca-Cola ha cercato di non perdere il vasto mercato cinese.

Negli Stati Uniti si sta provando a combattere l’epidemia di obesità. Conseguenza di questa politica sanitaria è lo scontro con l'industria delle bibite. Il consumo eccessivo di bevande analcoliche zuccherate infatti è uno dei comportamenti alimentari più diffusi che possono causare obesità. Naturalmente le aziende non stanno a guardare e contrattaccano, ad esempio cercando di diffondere il messaggio che la soluzione migliore contro l’obesità sia l’attività fisica e non un’alimentazione controllata. Nonostante questo le vendite di bevande analcoliche zuccherate negli Stati Uniti sono in calo.

Con la contrazione del mercato statunitense, l'industria ha puntato gli occhi altrove, in particolare su paesi in rapido sviluppo come la Cina. Coca-Cola ha investito molto sul mercato cinese. La ricetta di Coca-Cola per il successo in Cina si è basata su qualcosa di più che coltivare relazioni politiche e posizionare strategicamente i suoi prodotti.
Coca-Cola ha fatto sì che la politica governativa per combattere la crescente epidemia di obesità non compromettesse i suoi interessi. Per farlo utilizzava la filiale cinese dell’ILSI (International Life Sciences Institute), un'organizzazione creata nel 1978 al fine di promuovere i propri interessi in tutto il mondo.  L'ILSI è ospitato all'interno del CDC (Chinese Centre for Disease Control and Prevention), un'unità del ministero della salute del governo.
Nel 2011, il 42,3% degli adulti cinesi erano in sovrappeso o obesi, rispetto al 20,5% del 1991. Tra il 1999 e il 2015 le attività di ILSI-Cina sulla prevenzione dell’obesità hanno spostato il focus dalla nutrizione all'attività fisica, in linea con la posizione delle industrie di cola secondo cui la chiave per affrontare l’obesità risiede in uno stile di vita attivo. Sono mancate le politiche alimentari raccomandate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità - tassare le bevande zuccherate e limitare la pubblicità alimentare ai bambini - e i piani e gli obiettivi nazionali hanno sottolineato l’importanza della forma fisica rispetto alle restrizioni alimentari. Inoltre, gli incontri sull'obesità sponsorizzati o co-sponsorizzati da ILSI-Cina hanno sempre visto la partecipazione di esperti con legami finanziari con Coca-Cola o ILSI.

Dopo una serie di rapporti investigativi critici del New York Times nel 2015, la Coca-Cola ha ridimensionato la sua campagna promozionale. Ma la sua influenza in Cina continua a farsi sentire.
A differenza degli Stati Uniti e dell'Europa, che hanno istituzioni democratiche consolidate e stampa libera, in Cina non ci sono organismi di controllo disinteressati. La stampa non è libera di indagare e le organizzazioni non governative cinesi si preoccupano di questioni più urgenti. Gli scienziati cinesi, infine, non riescono a mordere la mano che li nutre (“China’s scientists can hardly bite the hand that feeds them”).

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Fonte: Greenhalgh S. Making China safe for Coke: how Coca-Cola shaped obesity science and policy in China. BMJ. 2019 Jan 9;364:k5050. doi: 10.1136/bmj.k5050.