La COVID-19 negli uomini e nelle donne

I dati dei casi clinici di COVID-19 provenienti da tutto il mondo suggeriscono che il nuovo coronavirus colpisca più duramente gli uomini rispetto alle donne. Le differenze nelle risposte del sistema immunitario all’infezione possono chiarire il motivo di questa diversità di genere.

Uno studio mostra perché gli uomini si ammalano più gravemente di COVID-19 rispetto alle donne

I dati dei casi clinici di COVID-19 provenienti da tutto il mondo suggeriscono che il nuovo coronavirus colpisca più duramente gli uomini rispetto alle donne. Le differenze nelle risposte del sistema immunitario all’infezione possono chiarire il motivo di questa diversità di genere. 

Secondo uno studio recente, le donne infettate dal virus SARS-CoV-2 possono sviluppare una risposta immunitaria più potente rispetto agli uomini. La risposta immunitaria maschile sembra innescarsi meno efficacemente, favorendo l’instaurarsi di uno stato infiammatorio dannoso per l'organismo. Si tratta del primo studio che approfondisce le differenze di genere nel modo in cui il sistema immunitario si difende contro il virus SARS-CoV-2. La Dr.ssa Akiko Iwasaki, ricercatrice del Howard Hughes Medical Institute, insieme ai suoi colleghi ha pubblicato un articolo preprint che descrive un’analisi concentrata sulle risposte immunitarie di 93 pazienti affetti da COVID-19 ricoverati al Yale New Haven Hospital. «Le differenze di genere evidenziate da questo studio suggeriscono che le terapie potrebbero essere modulate in modo diverso a seconda che i pazienti siano maschi o femmine».

Da quando il virus SARS-CoV-2 è emerso a Wuhan, in Cina, i ricercatori hanno evidenziato che il virus non si comporta in modo indiscriminato. Rappresenta piuttosto una minaccia per alcune categorie di persone, tra cui gli anziani, le persone con determinate condizioni mediche e gli afroamericani. E i primi rapporti di Wuhan, l'epicentro della pandemia, hanno indicato che le infezioni colpiscono più duramente gli uomini, una tendenza poi confermata in altre parti del mondo.
Il grado di questa disparità tra uomini e donne varia. I dati dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi raccolti fino all'inizio di giugno mostrano che gli uomini rappresentano il 54% dei decessi legati alla COVID-19. Nel frattempo, un'analisi dei dati di oltre 1.000 pazienti cinesi ha rilevato che gli uomini sono morti 2,4 volte più delle donne.

La Dr.ssa Iwasaki ha provato a definire se vi siano differenze immunologiche tra uomini e donne a giocare un ruolo importante nelle manifestazioni cliniche della COVID-19. L’analisi è stata condotta utilizzando campioni ematici e test del tampone oro/rinofaringeo di un gruppo di uomini e donne con malattia moderata.
Il team della Iwasaki ha identificato una differenza nei due meccanismi di difesa del sistema immunitario. All’esordio di un'infezione virale, il primo sistema risponde rapidamente. Le cellule infette determinano una risposta citochinica che richiama le cellule immunitarie per combattere l'infezione. Il processo infiammatorio che si innesca può essere pericoloso, se non controllato. Nella COVID-19, l'infiammazione incontrollata, nota come tempesta citochinica, può causare la morte. In pochi giorni si attiva il secondo sistema di difesa immunitaria. Questa risposta finemente calibrata arruola le cellule T e B che imparano a riconoscere il nemico e a eliminarlo.
I ricercatori hanno scoperto che le pazienti di sesso femminile avevano più cellule T contro il virus, mentre gli uomini avevano livelli più alti di citochine che favoriscono l'infiammazione. «Questo suggerisce che negli uomini ci sia un blocco al primo step della risposta immunitaria» dice la Dr.ssa Iwasaki. «Poiché gli uomini non attivano correttamente il secondo, più mirato, sistema di difesa, l'infiammazione permane e aumenta».  

Il suo team ha anche monitorato la gravità della malattia dei pazienti. Gli uomini la cui condizione è rimasta stabile, hanno generato una forte risposta dei linfociti T, non diversa da quella delle donne. Invece, gli uomini che non avevano una forte risposta dei linfociti T sono andati incontro ad un peggioramento clinico (ricovero in terapia intensiva e ventilazione artificiale). 
Nel complesso, i risultati suggeriscono che le donne rispondano meglio all’infezione da SARS-CoV-2 grazie al comportamento delle loro cellule T. Gli autori sottolineano che mentre i livelli dei linfociti T degli uomini diminuiscono con l'età, nelle donne rimangono alti fino ai 90 anni. Queste scoperte suggeriscono che i pazienti maschi potrebbero trarre beneficio da terapie atte ad aumentare o a rendere più efficaci i linfociti T.
Lo studio ha diversi limiti tra i quali il fatto che non è ancora stato sottoposto a peer-review e che include un piccolo numero di pazienti. Sono necessari studi di approfondimento più ampi.

 

Fonti: Takahashi T, Wong P, Ellingson M, et al. Sex differences in immune responses to SARS-CoV-2 that underlie disease outcomes. Preprint. medRxiv. 2020;2020.06.06.20123414. Published 2020 Jun 9. doi:10.1101/2020.06.06.20123414
Rosen M. Why Men May Fare Worse than Women Against SARS-CoV-2. Howard Hughes Medical Institute. Jun 24 2020