La ricetta dei giovani medici per salvare il SSN

Diecimila borse di specializzazione da chiedere subito al Governo per assorbire l’imbuto formativo. E dieci punti per mettere in sicurezza il Servizio Sanitario nazionale. È questo il bilancio della prima giornata degli Stati Generali della FNOMCEO, che, dedicata alle istanze dei giovani professionisti, si è tenuta il 27 marzo a Roma.

È necessario garantire a tutti i laureati un’immediata formazione post-laurea

Diecimila borse di specializzazione da chiedere subito al Governo per assorbire l’imbuto formativo. E dieci punti per mettere in sicurezza il Servizio Sanitario nazionale. È questo il bilancio della prima giornata degli Stati Generali della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, che, dedicata alle istanze dei giovani professionisti, si è tenuta il 27 marzo a Roma.

Sono più di diecimila i medici intrappolati oggi nel cosiddetto imbuto formativo, dovuto al gap tra i medici che si laureano e quelli che possono accedere ai posti, del tutto insufficienti, nelle Scuole di specializzazione e al Corso per la Medicina Generale. Tanto che duemila l’anno restano fuori, andando ad aumentare la schiera dei medici inoccupati. Non ha senso dunque, per la FNOMCEO, aumentare i medici laureati – come avverrebbe con l’abolizione del numero programmato alla facoltà di Medicina – se non si aumenta in maniera congrua il numero delle borse per la formazione post laurea. Così come non sarebbe efficace per la tenuta e la qualità del Servizio Sanitario nazionale, introdurvi medici non completamente formati.

Un coro di no si è levato infatti dalla platea dei giovani medici in risposta alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute Giulia Grillo, che ha proposto di inserire nel mondo del lavoro i tanti medici che rimangono bloccati tra la laurea e la scuola di specializzazione.
“Anche solo immaginare la possibilità di creare delle figure professionali di serie b, con un nuovo inquadramento e con mansioni magari inferiori, è un’ipotesi che va contro la dignità della professione e la tutela della adeguata qualità del SSN per i cittadini” spiega Alessandro Bonsignore, Coordinatore dell’Osservatorio Giovani Professionisti della FNOMCEO.
Ecco i dieci punti proposti all’unanimità dai giovani medici:

  1. mantenere il numero programmato per l’accesso ai corsi di laurea
  2. aumentare le borse per la formazione specialistica e specifica in Medicina Generale
  3. recuperare le borse perse per abbandono dei corsi di specializzazione
  4. potenziare il ruolo degli Osservatori regionali e nazionale per il controllo di qualità della formazione specialistica
  5. vigilare affinché le Regioni provvedano a un reale calcolo dei fabbisogni per territorio e per specialità
  6. implementare la formazione su salute globale, cooperazione, universalismo, equità al fine di adeguare le competenze del medico alla nuova società
  7. riflettere sulle ricadute del regionalismo differenziato e dell’integrazione pubblico-privato
  8. migliorare la qualità della formazione e renderla omogenea; arricchirla con esperienze nell’ambito di una rete formativa ampia e non limitata alla sede di formazione; istituire il curriculum formativo nazionale
  9. no a sanatorie per l’ingresso nel mondo del lavoro di medici non completamente formati; sì a una revisione dei contratti per aumentare l’attrattività del pubblico rispetto al privato
  10. ampliare la rappresentatività dei giovani professionisti a livello istituzionale.

Prossimo appuntamento degli Stati Generali della FNOMCeO il 16 e 17 maggio.


Fonte: Ufficio Stampa Fnomceo - https://portale.fnomceo.it