La terapia con plasma nei pazienti COVID-19

Una review Cochrane conclude che, al momento, non si può ancora affermare che il plasma di persone che si sono riprese dalla COVID-19 sia un trattamento efficace per i malati di COVID-19. Gli studi disponibili sono infatti di scarsa qualità e non forniscono alcuna prova robusta.

Mancano ancora prove di efficacia e sicurezza per l’uso di plasma iperimmune nei pazienti COVID-19

Una review Cochrane conclude che, al momento, non si può ancora affermare che il plasma di persone che si sono riprese dalla COVID-19 sia un trattamento efficace per le persone ammalate di COVID-19. Gli studi disponibili sono infatti di scarsa qualità e non forniscono alcuna prova robusta. Ci sono 48 studi in corso, di cui 22 randomizzati. La review verrà aggiornata mensilmente con i risultati di questi studi.

Considerata la necessità di avere il maggior numero possibile di evidenze scientifiche che possano aiutare medici e decisori politici durante questo periodo di crisi sanitaria, Cochrane sta lavorando al massimo delle sue possibilità per preparare in tempi brevi documenti utili. Si tratta di revisioni sistematiche semplificate che possono essere elaborate in poche settimane, in modo da avere tempestivamente prove utili nei vari processi decisionali. L'ultima di queste revisioni, pubblicata pochi giorni fa, raccoglie le prove attualmente disponibili sull’efficacia e la sicurezza del plasma iperimmune nel trattamento delle persone affette da COVID-19.
Dopo che un paziente ha superato un'infezione, il suo sangue contiene ancora anticorpi che aiutano a combattere l'infezione. Alcune persone che si sono completamente ristabilite da un'infezione possono donare il loro plasma (come nel caso della donazione di sangue, non tutti potrebbero essere in grado di farlo). Il plasma donato da paziente convalescente è stato già usato in passato per trattare efficacemente le infezioni per le quali non esistevano trattamenti farmacologici o vaccini, come la difterite e la poliomielite. Per questo, oggi sono in corso studi randomizzati per indagare i potenziali benefici o danni dell'uso del plasma da parte di persone che si sono ristabilite da COVID-19 per curare persone che ne sono malate.

Gli autori della Cochrane Rapid Review hanno analizzato tutti gli studi disponibili sulla terapia con plasma iperimmune (o suoi derivati) in malati di COVID-19, senza limiti di di età, etnia, sesso o gravità della malattia.
Gli studi disponibili sono stati solo 8, con un numero totale di pazienti cui è stato somministrato plasma iperimmune pari a 32. Oltre all’esiguo numero di pazienti, non si trattava di studi controllati randomizzati, il che ci avrebbe dato prove più affidabili. Nessuno degli studi ha confrontato i pazienti cui è stato donato plasma con pazienti che non sono stati sottoposti al trattamento. Gli studi analizzati presentavano anche altri limiti. Secondo gli autori della revisione, dai dati presenti negli studi analizzati è impossibile sapere se i risultati ottenuti riflettono la storia naturale della malattia, l’efficacia della terapia con plasma o di altre terapie che i pazienti stavano assumendo contemporaneamente. La revisione conclude indicando che gli studi hanno un basso grado di certezza e che, quindi, al momento l’efficacia e la sicurezza del trattamento con plasma iperimmune nei pazienti affetti da COVID-19 rimangono incerte.
Nonostante questa deludente constatazione, c’è una buona notizia. Infatti gli autori della revisione hanno trovato 48 studi in corso che stanno indagando su questo trattamento, di cui 22 sono studi controllati randomizzati. Aggiorneranno quindi la review mensilmente, con le  nuove evidenze.

La Dr.ssa Lise Estcourt, responsabile della NHS Blood and Transplant’s Clinical Trials Unit, che sta conducendo la sperimentazione sul plasma iperimmune nel Regno Unito, ha detto: “Questa Rapid Review dimostra che attualmente ci sono solo prove molto limitate sui benefici e sulla sicurezza del plasma iperimmune nei pazienti COVID-19.  Questo è il motivo per cui è tanto importante condurre studi randomizzati controllati con numerosi pazienti, che siano in grado di rilevare una differenza significativa nei risultati, quali la diminuzione della mortalità o della necessità di ventilazione meccanica.  In Inghilterra abbiamo attivato uno studio sui pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva (REMAP-CAP) e speriamo presto di attivarne uno su tutti i pazienti ospedalizzati".

A questo proposito, in Italia, nei giorni scorsi, è stato autorizzato lo studio TSUNAMI (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2), uno studio nazionale comparativo randomizzato per valutare l’efficacia e il ruolo del plasma ottenuto da pazienti convalescenti da COVID-19. Lo studio, attivato su indicazione del Ministero della Salute, è promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’AIFA e vede al momento coinvolti 56 centri, distribuiti in 12 Regioni.

 


Fonti: Valk SJ, Piechotta V, Chai KL, Doree C, Monsef I, Wood EM, Lamikanra A, Kimber C, McQuilten Z, So-Osman C, Estcourt LJ, Skoetz N. Convalescent plasma or hyperimmune immunoglobulin for people with COVID‐19: a rapid review. Cochrane Database of Systematic Reviews 2020, Issue 5. Art. No.: CD013600. DOI: 10.1002/14651858.CD013600.
Chapman S. Convalescent plasma to treat people with COVID-19: the evidence so far. Evidently Cochrane. May 15 2020
Expert reaction to Cochrane rapid review on convalescent plasma in COVID-19 patients. Science Media Centre. May 14 2020
AIFA. Comunicato Stampa 599 del 15 maggio 2020 (aggiornato il 18 maggio 2020)