La variante inglese

Una variante di SARS-CoV-2 si è notevolmente diffusa a Londra e in alcune zone dell’Inghilterra. Sta destando molta preoccupazione perché sembra avere una maggiore capacità di trasmissione.

Cosa sappiamo sulla variante del coronavirus isolata in Inghilterra?

Una variante di SARS-CoV-2 denominata VUI-202012/01 si è notevolmente diffusa a Londra e in alcune zone dell’Inghilterra. Sta destando molta preoccupazione perché sembra avere una maggiore capacità di trasmissione. Al momento non ci sono dati sufficienti per ritenere questa variante più pericolosa delle altre.

In pochi mesi una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2 è diventata la forma più comune del virus in alcune parti del Regno Unito. I consulenti governativi ritengono con un certo margine di dubbio che questa variante abbia un potenziale di contagio maggiore rispetto ad altre. Le analisi sono in fase iniziale, ci sono ancora molte incertezze e una lunga lista di domande senza risposta.
I virus mutano in continuazione ed è fondamentale mantenere alta l'attenzione sul fatto che si stiano diffondendo alcune varianti del virus.

Perché tanta preoccupazione?

La variante contiene tre elementi che stanno emergendo contemporaneamente, ognuno dei quali sarebbe, già da solo, fonte di preoccupazione:

  1. sta rapidamente sostituendo altre varianti del virus
  2. le mutazioni riguardano parti del virus importanti
  3. alcune di queste mutazioni hanno già dimostrato in laboratorio di aumentare la capacità del virus di infettare le cellule

Questi 3 elementi, insieme, fanno pensare che questa variante possa essere capace di diffondersi più facilmente. Tuttavia, non ne abbiamo la certezza assoluta. I nuovi ceppi possono diventare più comuni semplicemente trovandosi nel posto giusto al momento giusto - come a Londra, che fino a poco tempo fa aveva solo restrizioni di secondo livello (nel Regno Unito è in vigore un sistema che divide i territori in quattro zone di rischio: 1, 2, 3 e 4). Oggi sono in molti a chiedere restrizioni di quarto livello, per ridurre la diffusione della nuova variante.
«Sono necessari esperimenti in laboratorio per avere più informazioni, ma ma volete aspettare settimane o mesi per vedere i risultati e agire per limitare la diffusione? Probabilmente non in queste circostanze», ha riferito il Prof. Nick Loman, del Covid-19 Genomics UK Consortium.

Quanto è veloce la sua diffusione?

La nuova variante è stata rilevata per la prima volta a settembre. A novembre circa un quarto dei casi di COVID-19 a Londra erano causati la nuova variante. A metà dicembre sono diventati i due terzi. Nel grafico si può notare come la variante sia arrivata a dominare i risultati dei test in alcuni centri, come ad esempio il Milton Keynes Lighthouse Laboratory.

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Gli analisti hanno fatto calcoli sulla diffusione delle diverse varianti nel tentativo di determinare quanto vantaggio potrebbe avere questa variante rispetto alle altre. Ma separare ciò che è dovuto al comportamento delle persone e ciò che è dovuto al virus è difficile.
La cifra citata dal primo ministro Boris Johnson è che la variante potrebbe essere fino al 70% più trasmissibile. Ha detto che questo potrebbe aumentare il valore di Rt - indicatore dell’andamento di un’epidemia - di 0,4.
Questo valore +70% è apparso in una presentazione del Dr. Erik Volz, dell'Imperial College di Londra, venerdì scorso. Durante la discussione ha detto: «È davvero troppo presto per dirlo, ma da quanto visto finora sta crescendo molto rapidamente, sta crescendo più velocemente di quanto una variante precedente sia mai cresciuta. È importante tenerla d'occhio».
Non c'è un valore definito su quanto sia davvero più contagiosa. In questi giorni diversi scienziati hanno riferito cifre sia molto più alte che molto più basse del 70%.
Ma rimane da chiedersi se sia più contagiosa o meno. «La quantità di prove di pubblico dominio è inadeguata per sostenere in modo deciso che il virus abbia veramente aumentato la sua capacità di trasmissione», ha detto il Prof. Jonathan Ball, un virologo dell'Università di Nottingham.

Fin dove si è diffusa?

Si pensa che la variante sia emersa in un paziente nel Regno Unito o sia stata importata da un paese con una minore capacità di monitorare le mutazioni del coronavirus.
La variante si trova oggi in tutto il Regno Unito, ad eccezione dell'Irlanda del Nord, ma è fortemente concentrata a Londra e nella zona sud-orientale dell'Inghilterra. I casi in altre parti del Paese non sembrano essere aumentati.
I dati di Nextstrain, che ha monitorato i codici genetici dei campioni virali in tutto il mondo, suggeriscono che i casi in Danimarca e Australia provengano dal Regno Unito. Anche i Paesi Bassi hanno segnalato dei casi. Una variante simile che è emersa in Sudafrica condivide alcune delle stesse mutazioni, ma sembra non essere correlata.

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È già successo prima?

Sì.
Il virus che è stato rilevato per la prima volta a Wuhan, in Cina, non è lo stesso che si trova nella maggior parte degli angoli del mondo.
La mutazione D614G è emersa in Europa a febbraio ed è diventata la forma dominante del virus. Un'altra, chiamata A222V, si è diffusa in tutta Europa dalla Spagna ed è stata collegata agli spostamenti durante le vacanze estive.

Cosa sappiamo delle nuove mutazioni?

Una prima analisi della nuova variante è stata pubblicata e identifica 17 mutazioni potenzialmente importanti.
Ci sono state mutazioni della proteina Spike, la parte usata dal virus per accedere al nostro organismo. La mutazione N501Y modifica la parte più importante, il dominio di legame al recettore (RBD, receptor-binding domain). È qui che la proteina Spike entra in contatto con la superficie delle cellule del nostro corpo. Qualsiasi cambiamento che renda più facile l'ingresso del virus all'interno è suscettibile di dargli un vantaggio.
Un'altra mutazione - una delezione H69/V70, in cui una piccola parte della proteina del picco viene rimossa - è già emersa diverse volte in precedenza, tra cui, come è noto, nel visone infetto.
Il lavoro del Prof. Ravi Gupta dell'Università di Cambridge ha suggerito che questa mutazione aumenti di due volte l'infettività negli esperimenti di laboratorio. Studi dello stesso gruppo suggeriscono che la delezione rende gli anticorpi del sangue dei guariti meno efficaci.

Da dove viene?

La variante presenta insolitamente molte mutazioni. La spiegazione più probabile è che la variante sia emersa in un paziente con un sistema immunitario indebolito che non è stato in grado di combattere il virus. Il suo organismo potrebbe essere diventato terreno fertile per la mutazione del virus.

Questo rende l'infezione più letale?

Non ci sono prove che suggeriscono che lo faccia, anche se questo aspetto dovrà essere monitorato e valutato con attenzione.
Tuttavia, sarebbe sufficiente un aumento della capacità di trasmissione a causare problemi agli ospedali. Se la nuova variante causasse un'infezione più rapida di un numero maggiore di persone, ciò porterebbe a sua volta a un numero maggiore di persone che necessitano di cure ospedaliere.

I vaccini funzioneranno contro la nuova variante?

Quasi certamente sì, o almeno per ora.
Tutti e tre i principali vaccini sviluppano una risposta immunitaria contro la proteina Spike, per questo in molti si pongono la domanda. Ma i vaccini addestrano il sistema immunitario ad essere efficaci contro dierse parti del virus, quindi anche se ci fosse una mutazione nella proteina del picco, i vaccini dovrebbero comunque funzionare.
«Ma se lasciamo che si aggiungano altre mutazioni, allora la situazione diventerebbe preoccupante», ha detto il Prof. Gupta. «Queste mutazioni sembrano di tipo vaccine-escape, sembra che il virus stia facendo i primi passi in questa direzione». I meccanismi vaccine-escape consistono in mutazioni del virus che evitano l'effetto completo del vaccino e consentono di continuare ad infettare. Questo può essere l'elemento più preoccupante di ciò che sta accadendo.
Questa variante è solo l'ultima a dimostrare che il virus continua ad adattarsi, poiché infetta sempre più persone. Venerdì scorso una presentazione del Prof. David Robertson, dell'Università di Glasgow, ha concluso così: "Il virus sarà probabilmente in grado di generare mutanti per aggirare gli effetti del vaccino".
Questo ci metterebbe in una posizione simile a quella in cui siamo nei confronti del virus dell'influenza, dove i vaccini devono essere regolarmente aggiornati. Fortunatamente i vaccini che abbiamo sono molto facili da modificare.

 

Fonte: Gallagher J. New coronavirus variant: What do we know?. BBC. 20/12/2020