L’arresto cardiaco ai tempi della COVID-19

Non è chiaro se esista un'associazione tra la COVID-19 e l’arresto cardiaco extraospedaliero. Una ricerca riferisce che in Lombardia, sede del primo focolaio epidemico italiano, i casi di OHCA sono aumentati notevolmente nei primi 40 giorni di pandemia rispetto al 2019.

In 4 province lombarde il numero degli OHCA è aumentato durante l’emergenza COVID-19

Al momento non è chiaro se esista un'associazione tra la COVID-19 e l’arresto cardiaco extraospedaliero. Una ricerca riferisce che in Lombardia, sede del primo focolaio epidemico italiano, i casi di OHCA sono aumentati notevolmente nei primi 40 giorni di pandemia rispetto allo scorso anno.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata sul New England Journal of Medicine una lettera in cui si mettono a confronto i dati sull’arresto cardiaco extraospedaliero (OHCA) nelle province di Lodi, Cremona, Pavia e Mantova durante i primi 40 giorni dell’epidemia di COVID-19 in Italia (21 febbraio-31 marzo) con quelli dello stesso periodo del 2019. La ricerca evidenzia un aumento del 58% dei casi di OHCA nel periodo di studio del 2020.  
I ricercatori hanno utilizzato il Lombardia Cardiac Arrest Registry (Lombardia CARe), uno strumento nato nel 2014 che, oggi, raccoglie i dati sull’OHCA delle province di Pavia, Cremona, Lodi, Mantova e Varese (la provincia di Varese è stata inserita dal 1 gennaio 2020). Il registro è un progetto della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU).
Durante il periodo di studio nel 2020 sono stati segnalati un totale di 9806 casi di COVID-19 nel territorio dello studio. Durante questo periodo, sono stati identificati 362 casi di OHCA, rispetto ai 229 casi identificati nello stesso periodo nel 2019 (un aumento del 58%). Gli aumenti sono stati diversi nelle varie province: a Lodi si è avuto l’aumento maggiore, pari al 187%.
I dati mostrano che l'incidenza cumulativa di OHCA nel 2020 si associa fortemente all'incidenza cumulativa di COVID-19. L'aumento del numero di casi di OHCA rispetto al numero del 2019 (133 casi in più) ha seguito l'andamento temporale dell'epidemia di COVID-19. Un totale di 103 pazienti con OHCA (il 77,4% dell’aumento di OHCA osservato) è rappresentato da casi di COVID-19 sospetto o confermato.

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Credits: NEJM 2020

“Da questa nostra analisi risulta che c’è stato un aumento del 58% degli arresti cardiaci extraospedalieri all’interno del territorio analizzato” afferma il Dr. Enrico Baldi, cardiologo presso il Policlinico San Matteo e dottorando del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Pavia. “Tutto fa pensare che ci sia un nesso di causa-effetto, ma al momento nulla è stato dimostrato. Abbiamo intenzione di approfondire la ricerca per capire quali possano essere state le cause di questo aumento. Tra le possibili ipotesi ci sono l’infezione da SARS-CoV-2 stessa o la possibilità che i pazienti, per paura di contagiarsi in ospedale, non abbiano dato peso alla loro sintomatologia. Sintomatologia dell’infezione COVID-19 o sintomatologia di altre patologie, quali l’infarto. Dall’inizio della pandemia, in Italia e in tutto il mondo, si è osservato un calo degli accessi in Pronto Soccorso per patologie che non fossero la COVID-19. Non c’è nessun motivo ragionevole per cui le altre patologie possano essere diminuite in quest’ultimo periodo, per cui è sensato ipotizzare che un numero non indifferente di persone possa aver sottovalutato i propri sintomi per paura di recarsi in ospedale”.
“La lettura dei dati, da sola, fa pensare che sia ragionevole immaginare un legame causale” prosegue il Dr. Baldi. “Mi vien difficile spiegare una differenza così importante degli arresti cardiaci che non sia un effetto diretto o indiretto della COVID-19. Sarebbe interessante allargare la ricerca ad altre province, ma purtroppo non esiste in altre province uno strumento come il Lombardia CARe, strumento che ci consente, praticamente in tempo reale, di avere tutti i dati sugli OHCA. Uno strumento che, in questo frangente, si è dimostrato un importante valore aggiunto”.

I numeri sono davvero impressionanti” dichiara il Dr. Simone Savastano. “Abbiamo scoperto che c’è stato un aumento in tutto il territorio analizzato e questo può essere dovuto a molte cause. Tuttavia, secondo noi, la COVID-19 gioca un ruolo importante perché da una sotto analisi dei dati è emerso che circa il 70% delle persone colpite da arresto cardiaco, nei giorni precedenti, aveva manifestato sintomi sospetti per COVID-19, come febbre, tosse, dispnea, oppure, aveva già una diagnosi accertata”.
“Molte possono essere le cause” commenta il Dr. Luigi Oltrona Visconti, direttore della UOC Cardiologia del San Matteo di Pavia. “Probabilmente è l’espressione anche del fatto che tante persone a casa hanno sottovalutato dei sintomi e ritardato la chiamata ai soccorsi”.
“Il sistema di emergenza territoriale, nonostante il considerevole aumento di chiamate e di casi di arresto cardiaco, ha risposto adeguatamente” spiega la Dr.ssa Alessandra Palo, coautrice del lavoro e responsabile del 118 della provincia di Pavia. “I cittadini non devono temere di attivare i soccorsi”.


Fonte: Baldi E, Sechi GM, Mare C, et al. Out-of-Hospital Cardiac Arrest during the Covid-19 Outbreak in Italy [published online ahead of print, 2020 Apr 29]. N Engl J Med. 2020;10.1056/NEJMc2010418. doi:10.1056/NEJMc2010418