L’invenzione del catetere di Fogarty

Il catetere per embolectomia arteriosa di Fogarty è un dispositivo medico finalizzato alla rimozione di emboli e trombi che si vengono a formare all'interno di un vaso della circolazione arteriosa. Il catetere fu inventato e sviluppato dal Dr. Thomas Fogarty nel 1963.

La storia di Thomas Fogarty e della sua invenzione

Il catetere per embolectomia arteriosa di Fogarty è un dispositivo medico finalizzato alla rimozione di emboli e trombi che si vengono a formare all'interno di un vaso della circolazione arteriosa. Il catetere fu inventato e sviluppato dal Dr. Thomas Fogarty nel 1963, ed è ampiamente utilizzato in tutto il mondo in diversi tipi di procedure mediche e nel trattamento routinario di pazienti affetti da problemi di tipo tromboembolico.

Oggi raccontiamo la storia di un bambino curioso e intelligente, con la passione per la meccanica e una florida capacità di invenzione, noto a tutto il mondo medico per una delle sue invenzioni più rivoluzionarie, eppure semplice, come sono spesso le invenzioni più geniali. Stiamo parlando di Thomas J. Fogarty e dell’omonimo catetere per embolectomia.
Thomas nasce il 25 febbraio del 1934 a Cincinnati, Ohio, figlio d’arte (il padre era un ingegnere delle ferrovie), ma sfortunato. Il padre infatti muore quando Thomas ha solo 8 anni.
Non è granchè interessato agli studi, ha pessimi voti, preferisce attività quali la boxe e la pesca e da subito dimostra di avere ereditato dal padre l’inventiva e la passione per l’innovazione e di avere un certo qual talento per il business, dapprima costruendo aerei di carta che vendeva ai bambini del vicinato, poi dedicandosi, come ogni buon ragazzino, a  “elaborare” le moto (a lui  si deve a questo scopo l’invenzione della frizione centrifuga, utilizzata ancora oggi).
Tuttavia la pagnotta va portata a casa, specie se sei orfano, così Tom a 14 anni viene mandato a lavorare presso il “Cincinnati’s Good Samharitan Hospital”, in quella che oggi noi chiamiamo “sterilizzazione”: ha infatti il compito di lavare lo strumentario medico al termine degli interventi.

All’epoca non andavano molto per il sottile con i titoli di studio (né con le leggi a tutela del lavoro minorile) e così, in breve, Tom, che grazie al suo lavoro conosce bene lo strumentario, viene promosso “sul campo” a ferrista. Affacciato al tavolo operatorio Tom osserva numerosi interventi, in particolare la sua attenzione è attirata dalla chirurgia vascolare. A quei tempi per le ischemie acute periferiche l’unico intervento possibile era l’embolectomia. Dopo dissezione dell’arteria interessata il chirurgo utilizzava un forcipe per rimuovere il coagulo, quindi provvedeva alla sutura vascolare. Tale intervento era lungo e indaginoso, richiedeva lunghi tempi di ischemia e soprattutto di anestesia generale (ai tempi del cloroformio e del tricloroetilene, non era esattamente un’esperienza alla portata di tutti), e spesso esitava in perdita dell’arto, quando non della vita.       
Thomas allora capisce due cose. Uno, che anche lui vuole diventare un chirurgo, come Jack Cranley, importate chirurgo vascolare nonché suo mentore. Due, che quel tipo di chirurgia non funziona. Sarà proprio Cranley a spingerlo verso gli studi. Tom completa il college nel 1956 e si laurea, summa cum laude, in medicina nel 1960 e si reca a Cincinnati (Oregon) per proseguire gli studi.
 
L’idea alla base del catetere di Fogarty è semplice, e nella sua semplicità, geniale. Gli viene mentre giocherella con un catetere ureterale: perché aprire l’intera arteria per togliere un trombo, quando si potrebbe introdurre nel vaso un dispositivo per asportarlo? Il principio è semplice: si procede all’interno del vaso con un catetere, si raggiunge il trombo e lo si “asporta” meccanicamente.
Il prototipo del Fogarty è quindi composto da un catetere uretrale senza punta  e dal dito mignolo di un guanto di lattice, uniti da filo da pesca.
Dal prototipo all’ottimizzazione del prodotto passano lunghi anni di ricerca con numerosi diversi materiali e un tubo di vetro riempito di gelatina, anni di frustrazione, ma di determinazione, nei quali oltre  questo progetto Tom completa la specializzazione come chirurgo.
Ottimizzato finalmente il suo prodotto, Tom non riesce a convincere nessuna azienda a fabbricarlo. Lo prova con successo nella sala operatoria dove lavora, in particolare lo prova, entusiasta, il Dottor Al Starr, Direttore del dipartimento di chirurgia cardiotoracica.
Le conoscenze di un primario, si sa, sono diverse rispetto a quelle di un neoassunto,  e il Dr. Starr conosce personalmente il sig Lowell Edwards, ingegnere e presidente dell’omonima azienda, Edwards Life Sciences, destinata (anche grazie a questa fortunata serie di eventi), a diventare uno dei leader mondiale nel settore.  

 

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Thomas J. Fogarty (credits: www.massdevice.com

 

E così, da quel momento a tutt’oggi, nel mondo decine di migliaia di embolectomie secondo Fogarty permettono la rivascolarizzazione, con un accesso chirurgico minimo, di arti ischemici.
Thomas Fogarty, oggi tuttora vivente, nel frattempo si è dedicato all’invenzione di numerosi altri dispositivi per la chirurgia vascolare quali clips e stent, nonché ad una rinomata produzione di vino biologico (Thomas Fogarty Winery).

 

Fonti: Riggins C. Great Inventions Don’t Happen Overnight. Stanford Medicine Volume 17 Number 3 FALL 2000 - http://sm.stanford.edu/archive/stanmed/2000fall/inventions.html
Thomas J. Fogarty. Edubilla.com - http://www.edubilla.com/inventor/thomas-j-fogarty
Thomas Fogarty. Lemelson-MIT - https://lemelson.mit.edu/winners/thomas-fogarty
Singh, Devender. (2016). Dr. Thomas J. Fogarty: The real face of minimally invasive vascular surgery. Indian Journal of Vascular and Endovascular Surgery. 3. 29. 10.4103/0972-0820.180213.