Memedical, una cosa seria

La scorsa primavera ha fatto la sua comparsa sul web il gruppo facebook “Memedical”, dedicato ai meme sui medici. Nel giro di pochi mesi il gruppo è cresciuto al punto di ospitare oltre 45.000 medici.

Intervista al Dott. Nicola Gambadoro, fondatore del gruppo Memedical

La scorsa primavera ha fatto la sua comparsa sul web il gruppo facebook “Memedical”, dedicato ai meme sui medici. Nel giro di pochi mesi il gruppo è cresciuto al punto di ospitare oltre 45.000 medici che interagiscono quotidianamente. Di cosa si tratta esattamente? Lo abbiamo chiesto al suo fondatore.

Col termine “meme” oggi ci riferiamo soprattutto a contenuti divertenti che circolano sul web e che riescono ad avere una notevole diffusione grazie alla loro capacità di colpire il nostro immaginario. Una delle loro caratteristiche principali è la replicabilità: sono delle idee, delle forme espressive, che possono essere replicate in tanti modi diversi. Da qualche mese esiste un gruppo facebook riservato ai medici all’interno del quale i medici creano e fanno circolare meme che riguardano la loro professione: Memedical. Abbiamo seguito il gruppo fin dal suo nascere e siamo rimasti colpiti dalla sua crescita e dal numero impressionante di interazioni. Per saperne di più, abbiamo incontrato il suo fondatore, il Dott. Nicola Gambadoro,  classe 1982, medico internista impiegato in cardiologia/UTIC nella provincia di Messina.

Buongiorno Dott. Gambadoro, la prima domanda è molto semplice: che cos’è Memedical?

Se vogliamo essere brevi, possiamo dire semplicemente che Memedical è un gruppo facebook per medici dedicato ai meme sui medici. Questa definizione è corretta e precisa, ma per descrivere Memedical secondo me bisogna andare oltre, bisogna dire cos’è Memedical dal punto di vista psicologico e sociologico. Memedical è l'unico posto in cui è consentito al medico di essere se stesso. Come fa ad essere davvero se stesso? Usa il meme. Il meme è un’entità comunicativa che va continuamente rimbalzando all’interno di una comunità, acquisendo significati sempre diversi. Chi ha un minimo di infarinatura sull’argomento sa che una qualsiasi immagine evolve e viene personalizzata dalla comunità che se ne appropria, in un continuo mutare di senso. I meme hanno forza all’interno di una comunità. Ci sono meme legati ai videogames, meme legati ai film. Su Memedical ci sono meme legati al mondo dei medici. L’utilizzo del meme dal punto di vista psicologico e sociologico di per sé ha un grandissimo impatto perché crea associazioni di idee che sfociano poi in una risata, che è un’emozione molto forte, tanto forte che a volte non si riesce a trattenere. Attraverso il meme si evoca una situazione comune, che altri possono fare propria associandola al vissuto personale. Il meme scatena una risata evocativa, si ride non tanto per il meme, ma per l’episodio che il meme ci fa tornare alla mente. Ecco perché i meme funzionano all’interno di una comunità, tra persone che hanno qualcosa in comune, appunto. Il meme si basa sul vissuto condiviso, rielaborato in modo simpatico, senza regole. Memedical è uno spazio in cui i medici condividono esperienze e conoscenze usando lo strumento del meme, ironico e catartico allo stesso tempo.

Come è nato Memedical?

Memedical è nato per gioco. Un gioco tra me e il mio amico/collega Christian. Un gioco che ci è sfuggito di mano e che adesso coinvolge oltre 45.000 medici.
Io faccio il medico, ma, come tutti, ho diversi interessi nella vita. Mi piacciono i videogame, suono, canto, scrivo, mi piace ridere e scherzare. Tutti aspetti della mia persona che il camice ha sempre tenuto nascosti. Il medico, nell’immaginario collettivo, è un personaggio serioso e un po’ ingessato. Lo credevo anch’io, per cui mi son sempre fatto scrupoli a mostrare il lato più estroso della mia personalità con i colleghi. A marzo qualcosa è cambiato. Eravamo nel pieno della prima fase della pandemia, eravamo tutti sotto pressione, avevamo molta paura, eravamo tesi e nervosi. Io, forse per esorcizzare questo pesante fardello, ho cercato di fare qualcosa che mi facesse ridere un po’ e che mi allontanasse dal coronavirus. Ho quindi creato un gruppo su facebook per condividere meme e ho invitato un amico a partecipare. Abbiamo iniziato a creare meme e ci facevamo grandi risate. Abbiamo invitato qualche collega, 5-6 persone. Dopo due giorni eravamo quasi 100. Poi 200, 500, 1000 in una settimana. La crescita è stata esponenziale e velocissima. Ogni membro invitava altre persone. Tutti facevano un invito diretto ai loro amici perché facevamo qualcosa che sentivano essere condivisibile. Quello che ha portato alla crescita di questo gruppo è stata la necessità di sbottonarsi e di potersi concedere una risata, di potersi concedere la leggerezza, di potersi concedere l’imperfezione. L’ambiente di lavoro e la società impongono al medico di essere sempre serio, professionale, quasi imperturbabile. C’è chi potrebbe avere un mancamento al pensiero che anche un medico possa bersi una birra di troppo ogni tanto. Su Memedical invece il medico si sbottona, perché “se lo fanno gli altri colleghi, allora posso farlo anche io”. Tramite i meme, i medici si raccontano in modo sincero, condividono anche momenti non proprio edificanti, sapendo che i 45.000 che leggono sono pronti a farsi una risata e non a giudicare col dito puntato. I meme che circolano su Memedical hanno senso su Memedical, al di fuori non verrebbero accettati. Su Memedical si è creato un meccanismo auto-permissivo - “se lo puoi fare tu, allora lo posso fare anche io”. La gente si sente libera di esprimersi senza giudizi, e lo fa in maniera fantasiosa. Memedical è l’unico spazio del web veramente libero per i medici, spazio in cui possono essere loro stessi. Questo è il punto di forza di questo gruppo.

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credits: Memedical

Siete partiti in due, senza immaginare questo successo. Adesso in quanti lavorate alla gestione di Memedical?

Non pensavo assolutamente di raggiungere così tanti colleghi. Io non immaginavo che tutti provassero la mia stessa sensazione di soffocamento e che cercassero un modo creativo per scaricare la tensione. Pensavo di essere io quello strano, un po’ estroso, fuori dalle righe, che amava questo tipo di cose. Credevo che gli altri medici non mi avrebbero mai capito. Mi sbagliavo.
I primi sei amici che ho invitato sono attualmente amministratori del gruppo insieme a me. Sono tutti amici dell’Università di Messina, ci conosciamo di persona dai tempi della scuola di specializzazione. Siamo molto in sintonia e c’è molta fiducia tra noi. Basti pensare che ogni amministratore potrebbe togliere i privilegi agli altri e chiudere il gruppo oppure strumentalizzarlo per guadagnare denaro. Invece i moderatori, che hanno un carico di lavoro minore e si occupano insieme a noi della sorveglianza e della gestione del gruppo, sono nove, tutti colleghi sparsi per l’Italia che abbiamo conosciuto sul gruppo, in modo virtuale.

Tanto successo perché, in maniera iperbolica, Memedical descrive e racconta la realtà vissuta quotidianamente dai medici in modo straordinariamente preciso. Lei è d’accordo con questa affermazione?

Concordo. Il meme per avere successo deve essere capito da tutti all’interno della comunità. Il concetto si fa strada solo se è condiviso. Un meme che capisce solo il suo realizzatore, muore subito. Un meme che circola, che viene emulato, ripreso, rielaborato, è un meme che contiene un concetto condiviso dalla comunità. Esiste una sorta di selezione naturale. Tutti fanno meme su tutto, ma ha successo solo quello condiviso da più persone, quello che quindi contiene una certa quantità di realtà oggettiva. I colleghi riconoscono negli anestesisti, nei chirurghi, nei cardiologi, negli ortopedici, nei radiologi, nei vari medici protagonisti dei meme, le caratteristiche, più o meno marcate, di chi incontrano in ospedale o in ambulatorio ogni giorno.

Esistono decine di gruppi facebook che ospitano medici. In Italia la maggior parte non supera le 5.000 adesioni. Memedical ne conta oggi 45.000 e continua a crescere. Una comunità così ampia solo perché si ride o anche per altro?

Si ride, ma non solo. Questo gruppo ha creato un canale di comunicazione. In generale, ad esempio, una critica, anche se motivata e costruttiva, viene accettata difficilmente senza polemiche, soprattutto sul web. La stessa critica, invece, se veicolata da un meme, se stemperata da un meme, ha come effetto iniziale una risata, ma poi può determinare una successiva riflessione. La comunicazione tra medici che lavorano in ambiti differenti o che lavorano in posti differenti, è fondamentale. Purtroppo al momento è deficitaria. Memedical, tra una risata e l’altra, amplia continuamente il canale di comunicazione che ha creato. I messaggi portati dai meme vengono ricevuti con più efficacia, perché posti in modo simpatico, ironico e indiretto. Nel suo piccolo, Memedical sta contribuendo a migliorare i rapporti fra i medici.
La nostra professione è carica di responsabilità e di stress, siamo spesso sotto pressione e questo rende difficile gestire le relazioni fra colleghi. Memedical a mio parere sta dando modo ai medici di relazionarsi in piena leggerezza. Io, grazie a Memedical, ho migliorato i rapporti con i medici del mio stesso ospedale. Grazie a Memedical li ho conosciuti molto più di quanto non avessi avuto modo di fare prima, sul posto di lavoro. Rapporti che prima erano dominati dalla diffidenza e dallo stress, ora si sono distesi. Credo di non essere l’unico ad aver sperimentato questa esperienza.

Le comunità web, solitamente, prima o poi, si incontrano dal vivo. Avete in programma qualcosa di simile o Memedical ha senso solo sul web?

Vogliamo farlo assolutamente. Coronavirus permettendo, ci piacerebbe incontrarci tutti in primavera, magari a Roma. Immaginiamo un grande evento social, un Memedical meeting nazionale. I numeri del gruppo sono altissimi, io mi aspetto grande affluenza ad un nostro evento. Il problema è solo organizzativo, non sarà per nulla facile.

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credits: Memedical

Mesi fa, in Francia, il gruppo facebook riservato ai medici "Le Divan des médecins" venne criticato aspramente perché alcuni suoi contenuti, diffusi all’esterno, furono considerati offensivi e diffamanti. Avete avuto problemi di questo tipo o temete che possano accadere in futuro?

L’opinione pubblica è al momento il più grande nemico di Memedical. Essa è abbastanza spietata e  non concede la leggerezza ai medici. Alcuni contenuti del nostro gruppo, in quanto leggeri e scanzonati, se esportati fuori contesto rischiano di essere male interpretati. Lo screenshot e la pubblicazione in altro contesto sono  sempre dietro l’angolo. Alla fine non facciamo niente di diverso da quello che fanno anche altri, ma sulla nostra professione grava una tale pressione sociale che incastona la nostra figura in qualcosa di quasi immacolato, che esiste solo nell’ideale comune. In ogni caso abbiamo un regolamento molto rigido sui post che sono consentiti, e visioniamo manualmente ogni singolo contenuto prima che venga immesso nel gruppo. Ciò nonostante rimane comunque una certa quota di rischio di essere fraintesi, difficile da azzerare. Un rischio che mette in pericolo Memedical, soprattutto in questo periodo in cui i medici, da eroi, sono diventati bersaglio di qualunque critica. Siamo attivi da pochi mesi, ma sembra che già qualcuno abbia segnalato alcuni colleghi all’Ordine dei Medici per quanto scritto su Memedical. Sono tristi incomprensioni.

I meme di Memedical non riguardano i pazienti, me lo conferma?

In nessun modo. I nostri meme riguardano i medici, nulla viene pubblicato a proposito dei pazienti.

Cosa vuole fare “da grande” Memedical?

Sicuramente la prima cosa che vorremmo realizzare nel prossimo futuro è un meeting nazionale. Per conoscersi, divertirsi, stringere o consolidare amicizie. Migliorare le relazioni tra medici non è un processo fine a se stesso, secondo me può avere importanti ricadute positive sulla salute dei pazienti. Medici che si relazionano in modo amichevole sono medici più propensi a scambiarsi conoscenze e a condividere esperienze. Medici che arricchiscono quindi il proprio bagaglio personale e professionale. Lo scopo di Memedical è sociale. Si ride, si scherza, nel frattempo si stringono amicizie. Le amicizie in medicina possono determinare una migliore assistenza, ne sono convinto.
In un futuro più lontano, non saprei dire quanto lontano, mi piacerebbe che Memedical sviluppasse maggiormente il suo aspetto formativo. La comunità è grande, cresce continuamente, al suo interno ci sono persone davvero capaci, intelligenti, che credo possano essere una risorsa straordinaria per tutti i medici, soprattutto per i più giovani. Immagino una comunità di medici che ridono e scherzano, ma che in caso di bisogno siano anche capaci di aiutarsi e di crescere insieme professionalmente e umanamente.

Link al gruppo facebook Memedical