Negli USA l’abuso di oppioidi è un problema sociale

Il numero di dicembre di JAMA dedica ampio spazio a una questione che negli Stati Uniti rappresenta un enorme problema sociale: l’abuso di oppioidi. Si calcola infatti che nel 2017 circa 12 milioni di persone (4.2% della popolazione totale) abbiano abusato di oppioidi.

Bisogna rivalutare l’uso degli oppioidi nel trattamento del dolore non oncologico

Il numero di dicembre di JAMA dedica ampio spazio a una questione che negli Stati Uniti rappresenta un enorme problema sociale: l’abuso di oppioidi. Si calcola infatti che nel 2017 circa 12 milioni di persone (4.2% della popolazione totale) abbiano abusato di oppioidi. Il dato preoccupante è che il 92% di questi ha abusato di farmaci ottenuti dietro regolare prescrizione.

Negli Stati Uniti la prescrizione eccessiva di oppioidi per il trattamento del dolore acuto è associata all’aumento del rischio di abuso sia per il singolo paziente sia per la comunità. Esiste infatti il problema, non ancora risolto, dello smaltimento dei farmaci non utilizzati. Farmaci che in parte vengono rivenduti a chi ne abusa e che in parte vengono fatti circolare tra amici e parenti insieme ad impropri suggerimenti terapeutici. Le dimensioni del problema sono tali che nel 2017 negli USA sono state messe in atto politiche specifiche di sorveglianza sanitaria per identificare gli abusi ed iniziative di educazione a una prescrizione razionale rivolte agli operatori sanitari.

La metanalisi pubblicata sull’ultimo numero di JAMA  include 96 studi clinici controllati randomizzati per un totale di più di 26.000 pazienti trattati per almeno un mese per dolore neuropatico, nocicettivo e dolore centrale in assenza di danno tissutale documentato.
Rispetto al placebo, i pazienti hanno mostrato miglioramento statisticamente significativo, ma modesto, della percezione del dolore (scala VAS) e del performance status (SF - 36 score). Questi valori decrescono in studi che prolungano il follow up nel tempo, probabilmente per insorgenza di tolleranza.
Non è stato documentato nessun miglioramento significativo in termini di recupero della funzione sociale, nessun miglioramento della qualità del sonno. Nei pazienti trattati con oppioidi si è avuto un atteso corredo di effetti collaterali (nausea, stipsi, vertigini, sonnolenza, prurito, cefalea secchezza delle mucose) significativamente più importante rispetto ai pazienti con placebo.
Inoltre, sebbene limitato dalla scarsa qualità degli studi presi in esame, non sembrerebbe esserci significativa superiorità degli oppioidi rispetto ad altri metodi di trattamento del dolore (FANS, antidepressivi triciclici, cannabinoidi di sintesi, farmaci anticonvulsivi).

Sebbene la situazione americana non rifletta la situazione in Europa e nel nostro Paese gli oppioidi rappresentino a tutt’oggi un cardine nelle molteplici terapie a disposizione del medico per il controllo del dolore, i dati che emergono da questa metanalisi costituiscono comunque un importante spunto di riflessione.


Fonte: Busse JW, Wang L, Kamaleldin M, Craigie S, Riva JJ, Montoya L, Mulla SM, Lopes LC, Vogel N, Chen E, Kirmayr K, De Oliveira K, Olivieri L, Kaushal A, Chaparro LE, Oyberman I, Agarwal A, Couban R, Tsoi L, Lam T, Vandvik PO, Hsu S, Bala MM, Schandelmaier S, Scheidecker A, Ebrahim S, Ashoorion V, Rehman Y, Hong PJ, Ross S, Johnston BC, Kunz R, Sun X, Buckley N, Sessler DI, Guyatt GH. Opioids for Chronic Noncancer Pain: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA. 2018 Dec 18;320(23):2448-2460. doi: 10.1001/jama.2018.18472.