Nuove molecole contro la sepsi

Un nuovo studio dimostra che gli antibiotici non sono sempre necessari per curare la sepsi nei topi. Invece di uccidere i batteri con gli antibiotici, i ricercatori hanno trattato topi infetti con molecole che bloccano la formazione di tossine nei batteri. Ogni topo trattato è sopravvissuto.

Due nuove molecole sono in grado di eliminare le tossine dei batteri Gram+

Un nuovo studio dimostra che gli antibiotici non sono sempre necessari per curare la sepsi nei topi. Invece di uccidere i batteri con gli antibiotici, i ricercatori hanno trattato topi infetti con molecole che bloccano la formazione di tossine nei batteri. Ogni topo trattato è sopravvissuto. Lo studio rivoluzionario, pubblicato su Scientific Reports, suggerisce che le infezioni negli esseri umani potrebbero essere curate allo stesso modo.

Lo sviluppo e l’impiego degli antibiotici ha rivoluzionato l’approccio al trattamento e alla prevenzione delle malattie infettive e delle infezioni. Tuttavia, malgrado siano state investite risorse ed energie al fine di aumentare la conoscenza dei meccanismi di resistenza e nella ricerca di molecole sempre più efficaci, la comparsa di resistenze agli antibiotici è al momento più veloce dello sviluppo di nuove molecole. Oggi questa problematica è diventata una priorità di sanità pubblica a livello mondiale, non soltanto per le importanti implicazioni cliniche, ma anche per la ricaduta economica delle infezioni da batteri antibiotico-resistenti.

Ricercatori della Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio, hanno recentemente sviluppato due piccole molecole, F12 e F19, che potenziano l’efficacia antibiotica nei modelli murini. Queste piccole molecole hanno capacità di inibire la virulenza batterica e rappresentano un'alternativa promettente o un coadiuvante degli antibiotici. Bloccano il fattore di trascrizione staphylococcal AgrA (accessory gene regulator A), una proteina che produce tossine e che si trova tra le specie batteriche Gram-positive. Di conseguenza, l'espressione delle tossine è inibita, impedendo così il danno alle cellule ospiti. In pratica questi composti disarmano i patogeni delle tossine che causano malattie senza ucciderli. Queste molecole sono state in grado di curare efficacemente infezioni da MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) nei topi. Il trattamento ha portato a una sopravvivenza del 100%, mentre il 70% degli animali non trattati è morto.

I ricercatori evidenziano la capacità delle piccole molecole di potenziare l’effetto degli antibiotici. Topi settici trattati con una combinazione di piccole molecole e antibiotici avevano nel sangue un numero di batteri 10 volte inferiore rispetto a quello dei topi trattati con soli antibiotici. Secondo gli studiosi, per pazienti relativamente sani che soffrono di un’infezione da MRSA, queste molecole potrebbero essere sufficienti. Per i pazienti immunocompromessi, la terapia più efficace potrebbe essere la combinazione di piccole molecole e un antibiotico a basse dosi. La terapia combinata potrebbe essere efficace anche usando antibiotici nei confronti dei quali esiste resistenza in monoterapia. Secondo il team di ricerca, con il supporto delle piccole molecole, antibiotici che ormai sono considerati obsoleti potrebbero rientrare nella pratica clinica.
Il nuovo studio ha incluso esperimenti preliminari che mostrano un’efficacia ad ampio spettro contro i patogeni Gram-positivi. Nei modelli murini le molecole funzionano non solo contro MRSA ma anche contro Staphylococcus epidermidis, Streptococcus pyogenes e Streptococcus pneumoniae.


Fonte: Greenberg M, Kuo D, Jankowsky E, Long L, Hager C, Bandi K, Ma D, Manoharan D, Shoham Y, Harte W, Ghannoum MA, Shoham M. Small-molecule AgrA inhibitors F12 and F19 act as antivirulence agents against Gram-positive pathogens. Sci Rep. 2018 Oct 1;8(1):14578. doi: 10.1038/s41598-018-32829-w.