Perdita di gusto e olfatto nei pazienti COVID-19

La perdita temporanea di gusto e olfatto sembra ormai essere saldamente legata all’infezione da SARS-CoV-2. Dai dati raccolti si evince che questo deficit è tra i principali sintomi dell’infezione.

Anosmia, ageusia e chemestesi: il punto della situazione su Nature

La perdita temporanea di gusto e olfatto sembra ormai essere saldamente legata all’infezione da SARS-CoV-2. Dai dati raccolti si evince che questo deficit è tra i principali sintomi dell’infezione, che si può presentare anche in assenza di febbre ed altra sintomatologia.

All'inizio della pandemia è emerso che molte persone infettate dal virus SARS-CoV-2 stavano perdendo il senso dell'olfatto, anche senza mostrare altri sintomi. I ricercatori hanno scoperto che le persone infette potevano anche perdere il senso del gusto e la chemestesi, la capacità di rilevare sensazioni stimolate chimicamente, come il piccante.
Quasi un anno dopo, alcuni pazienti non hanno ancora recuperato questi sensi e, per una parte delle persone che li hanno recuperati, gli odori non sono normali: i profumi sgradevoli hanno preso il posto di quelli normalmente gradevoli.

Quante persone con COVID-19 perdono l'olfatto?

Dagli studi non emerge una percentuale esatta delle persone affette da COVID-19 con perdita dell’olfatto, tuttavia, la maggior parte suggerisce che la perdita dell'olfatto sia un sintomo comune. Una review pubblicata lo scorso giugno ha raccolto i dati di 8.438 persone con la COVID-19 e ha rilevato che il 41% aveva riferito di aver perso l'olfatto. In un altro studio, pubblicato in agosto, un team guidato dalla ricercatrice Shima T. Moein, Institute for Research in Fundamental Sciences di Teheran, ha somministrato un test di identificazione dell'olfatto a 100 persone con la COVID-19. Il 96% dei partecipanti aveva qualche disfunzione olfattiva e il 18% aveva una perdita totale dell'olfatto (anosmia).
Spesso questi pazienti dicono di aver perso improvvisamente la capacità di sentire gli odori e la disfunzione olfattiva è frequentemente l'unico sintomo della COVID-19, suggerendo che il fenomeno è separato dalla congestione nasale indotta dal virus.
Uno studio pubblicato lo scorso ottobre ha rilevato che la disfunzione dell’olfatto o del gusto auto-segnalata era un indicatore migliore della diffusione dell'infezione rispetto ad altri indicatori monitorati.

Perché le persone con COVID-19 perdono l’olfatto?

Sebbene i meccanismi non siano completamente compresi, esiste un consenso emergente sul fatto che la perdita dell'olfatto si verifica quando il coronavirus infetta le cellule che supportano i neuroni dell’epitelio olfattivo.
Quando i ricercatori hanno identificato per la prima volta la perdita dell'olfatto come un sintomo della COVID-19, erano preoccupati che il virus stesse infettando i neuroni dell’epitelio olfattivo e potesse accedere, successivamente, al cervello. Tuttavia, studi recenti post mortem su persone che avevano avuto la COVID-19, hanno dimostrato che il virus raggiunge raramente il cervello.
Un team guidato da Sandeep Robert Datta, neurobiologo presso la Harvard Medical School di Boston, Massachusetts, ha invece scoperto che probabilmente il virus infetta le cellule che supportano i neuroni sensoriali dell’epitelio olfattivo, note come cellule sustentacolari. Datta e i suoi colleghi si sono concentrati sulle cellule sustentacolari perché il SARS-CoV-2 attacca mirando al recettore ACE2 sulla superficie delle cellule e le cellule sustentacolari hanno molti di questi recettori. I neuroni sensoriali olfattivi no. Ciò suggerisce che il coronavirus infetta le cellule di supporto, lasciando i neuroni vulnerabili e privi di sostanze nutritive.
Potrebbero, comunque, esserci altri modi in cui la COVID-19 induce la perdita dell'olfatto. Ad esempio, un gruppo di ricerca in Italia ha dimostrato che la perdita di odore e gusto si verifica contemporaneamente all'aumento dei livelli ematici di interleuchina 6. Uno studio post mortem, pubblicato lo scorso dicembre, ha mostrato chiari segni di infiammazione associati ad un aumento della permeabilità dei vasi sanguigni a livello dei bulbi olfattivi delle persone che avevano avuto la COVID-19.
Se gli studiosi hanno raggiunto una certa comprensione dei meccanismi coinvolti nella perdita dell’olfatto, purtroppo ancora non é noto come il coronavirus influenzi il gusto e la chemestesi. Il gusto e la chemestesi sono sensi distinti dall'olfatto, anche se tutti e tre si combinano per dare il “sapore” ad un cibo o una bevanda.
Il gusto si basa principalmente sui recettori del gusto sulla lingua, mentre la chemestesi si basa sui canali ionici dei nervi sensoriali, tra gli altri meccanismi, e la loro risposta alla COVID-19 non è stata studiata a sufficienza.

Quanto tempo ci vuole per il recupero del deficit sensoriale?

Per la maggior parte dei pazienti, l'olfatto, il gusto e la chemestesi guariscono in poche settimane. In uno studio pubblicato l'8 luglio scorso, il 72% delle persone con la COVID-19 che aveva una disfunzione olfattiva, ha riferito di aver recuperato l'olfatto dopo un mese, così come l'84% delle persone con disfunzione del gusto. Claire Hopkins, medico otorinolaringoiatra al Guy's and St Thomas' Hospital di Londra, e i suoi colleghi hanno osservato un rapido recupero: hanno seguito 202 pazienti per un mese, e hanno riscontrato che il 49% ha riportato una completa guarigione, il restante 41% ha riportato un miglioramento.
Purtroppo per altri pazienti il miglioramento é lento nel tempo e, quando riacquistano l'olfatto, gli odori spesso si registrano come spiacevoli e diversi da come li ricordavano, un fenomeno chiamato parosmia. Per mesi tutto sembra avere un odore rancido. Altri pazienti rimangono completamente anosmici per mesi e non è chiaro se la causa sia la morte dei neuroni sensoriali olfattivi.
Anche se  questa condizione non è così ben studiata come la perdita di altri sensi come la vista e l'udito, i ricercatori sanno che le conseguenze possono essere gravi. Ad esempio, le persone affette da anosmia sono meno capaci di individuare cibi tossici e fumo. Uno studio del 2014 ha evidenziato che le persone con anosmia hanno più del doppio di probabilità di incorrere in un evento pericoloso, rispetto alle persone con olfatto integro.  

Sono disponibili terapie?

Esistono pochi trattamenti consolidati. Un'opzione è l'allenamento olfattivo, in cui le persone annusano regolarmente gli odori prescritti per riapprendere gli stessi. Ci sono evidenze che questo possa migliorare la funzione olfattiva in alcune persone con tali disturbi, ma non sembra funzionare per tutti.
I farmaci disponibili sono ancora più limitati. Per i pazienti nelle prime fasi dell'infezione da COVID-19, quando la perdita dell'olfatto potrebbe essere in gran parte dovuta all'infiammazione delle cellule della mucosa nasale, potrebbero essere utili gli steroidi, secondo un recente studio preliminare.

 

Fonte: Marshall M. COVID's toll on smell and taste: what scientists do and don't know. Nature. 2021 Jan;589(7842):342-343. doi: 10.1038/d41586-021-00055-6. PMID: 33452511.