Pranzo con contagio

Un team di ricerca ha indagato su 3 famiglie contagiate da SARS-CoV-2. Secondo la ricostruzione, l’impianto di climatizzazione di un ristorante avrebbe diffuso il virus a 9 persone sedute vicino a un infetto. La ricerca ha notevoli implicazioni per il settore dei servizi.

I ristoranti devono aumentare la distanza tra i tavoli e migliorare la ventilazione

Un team di ricerca ha indagato all’interno di tre famiglie contagiate da SARS-CoV-2. Secondo la ricostruzione del contagio, l’impianto di climatizzazione di un ristorante avrebbe diffuso il virus a 9 persone sedute vicino a una persona infetta. La ricerca ha notevoli implicazioni per il settore dei servizi.

La ricerca che vi sottoponiamo oggi è stata pubblicata già da qualche settimana, ma rimane attuale considerata la recente fine del lockdown in Italia e l'imminente ripresa dei vari servizi, tra cui quelli di ristorazione. Un team di ricercatori ha ricostruito i contatti e gli spostamenti di 10 casi di COVID-19 che si sono verificati tra il 26 gennaio 2020 e il 10 febbraio 2020 all’interno di 3 famiglie (famiglie A-B-C). I ricercatori hanno scoperto che le 3 famiglie avevano mangiato nello stesso ristorante dotato di climatizzazione il 24 gennaio a Guangzhou, in Cina. Una delle famiglie era appena arrivata da Wuhan. La ricerca di contatti non ha trovato altre esposizioni per le famiglie B e C, a parte il pranzo accanto alla famiglia A, che è durato circa un'ora.
La famiglia A ha viaggiato da Wuhan il 23 gennaio e ha pranzato al ristorante il 24 gennaio. Il tavolo della famiglia A era situato tra le famiglie B e C. I tavoli erano separati da un metro di distanza. Il paziente A1 ha sviluppato i sintomi il 24 gennaio, sul finire della giornata.  In totale, durante il pranzo, nel ristorante, erano presenti 91 persone (83 clienti, 8 collaboratori). Tra gli 83 clienti, 10 si sono ammalati di COVID-19 (5 nella famiglia A, 3 nella famiglia B, 2 nella famiglia C). Gli altri 73 clienti sono stati identificati come contatti stretti e messi in quarantena per 14 giorni. Durante questo periodo, non hanno sviluppato sintomi e i test del tampone sono risultati negativi.
L'unica fonte di esposizione nota per le persone colpite nelle famiglie B e C era il paziente A1. Gli autori hanno stabilito che il virus era stato trasmesso a >1 membro della famiglia B e >1 membro della famiglia C al ristorante e che le ulteriori infezioni nelle famiglie B e C erano dovute alla trasmissione all'interno della famiglia.

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Credits: EID Journal

Gli autori hanno elaborato uno schema con la disposizione dei posti a sedere e del flusso d'aria dell’impianto di climatizzazione nel ristorante. Hanno concluso che l'infezione si è diffusa attraverso le goccioline del respiro facilitate dalle correnti d’aria. Infatti, in base alla disposizione dei posti a sedere, il paziente A1 era a più di un metro di distanza dai pazienti B1 e C1. Pertanto gli autori suggeriscono che sia stato il forte flusso d'aria ad aver propagato le gocce virali oltre il metro di distanza. 
Questo studio mette in evidenza la trasmissione presintomatica e fornisce alcune informazioni aggiuntive sulle modalità di trasmissione della COVID-19. Il fatto che solo i contatti seduti all'interno dei tavoli più vicini lungo le linee del flusso d'aria si sia infettato fa presumere che la trasmissione avvenga tramite le goccioline del respiro.
Questo studio è utile per sottolineare la necessità di mitigare la trasmissione di goccioline infettive nei locali chiusi controllando i flussi d’aria degli impianti di climatizzazione, distanziando i tavoli dei ristoranti oltre il metro, migliorando la ventilazione degli ambienti interni.
Un limite di questo articolo è che gli autori non hanno condotto alcun test aerodinamico per sostenere la loro ipotesi. Inoltre, gli autori non hanno indagato accuratamente altre ipotesi di contagio.


Fonte: Lu J, Gu J, Li K, et al. COVID-19 Outbreak Associated with Air Conditioning in Restaurant, Guangzhou, China, 2020 [published online ahead of print, 2020 Apr 2]. Emerg Infect Dis. 2020;26(7):10.3201/eid2607.200764. doi:10.3201/eid2607.200764