Risonanza magnetica: la gestione del reperto occasionale

Nei prossimi anni un numero sempre crescente di adulti apparentemente asintomatici sottoposti a risonanza magnetica mostrerà alterazioni potenzialmente gravi. Ad oggi si sa poco di come il riscontro di questi reperti occasionali impatti sulla salute della popolazione.

Serve una procedura di gestione dei reperti occasionali riscontrati in seguito a risonanza magnetica

Nei prossimi anni un numero sempre crescente di adulti apparentemente asintomatici sottoposti a risonanza magnetica mostrerà alterazioni potenzialmente gravi. Ad oggi si sa poco di come il riscontro di questi reperti occasionali impatti sulla salute della popolazione. Uno studio scozzese afferma che sono necessari studi di follow-up sistematici e a lungo termine per migliorare la pratica clinica.

La risonanza magnetica dell’encefalo e dei principali distretti corporei (testa, torace e addome) è sempre più utilizzata per lo screening clinico e per la ricerca. Questa tecnica di imaging è usata spesso per indagini su larga scala. Capita quindi sempre più spesso di imbattersi in reperti occasionali, alterazioni non correlate allo scopo iniziale della risonanza. La gravità clinica dei reperti occasionali varia da quelli non gravi (cisti renali semplici, ad esempio) a quelli potenzialmente pericolosi per la vita (alcuni tumori maligni). Poiché i reperti occasionali sono, per definizione, non correlati allo scopo dell'imaging, nessun protocollo di imaging è specificamente progettato per ottimizzare le diagnosi definitive di questi risultati. I medici e i ricercatori dovrebbero quindi iniziare a prevedere questi reperti occasionali e sviluppare politiche appropriate per gestirli, tenendo conto della loro prevalenza della gravità clinica. Attualmente non esistono dati utili a questo scopo.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo ha recentemente condotto uno studio per determinare la tipologia e la prevalenza dei reperti occasionali potenzialmente gravi riscontrati durante risonanza magnetica in adulti apparentemente asintomatici. Il gruppo si è anche posto l’obiettivo di descrivere i fattori associati ai reperti occasionali potenzialmente gravi, riassumendo le ipotesi diagnostiche, le indicazioni al follow-up o a ulteriori approfondimenti. La ricerca si è focalizzata sui reperti occasionali gravi.
È stata eseguita una meta-analisi di 32 studi pubblicati in diverse parti del mondo. La prevalenza cumulativa dei reperti occasionali potenzialmente gravi è stata del 3,9%. Includendo quelli di incerta gravità, la prevalenza è salita 12,8%. Circa la metà dei reperti occasionali riguardavano sospette neoplasie maligne. I pochi dati dati sistematici di follow-up disponibili hanno che solo il 20% dei soggetti nei quali si è riscontrato un reperto occasionale potenzialmente grave hanno poi seguito un percorso definito per arrivare ad una diagnosi clinica.

Gli studiosi ritengono che l’argomento sia meritevole di ulteriori approfondimenti. Tuttavia, i dati di prevalenza elaborati in questo studio potrebbero già essere usati per aiutare i ricercatori a calcolare il numero di reperti occasionali potenzialmente gravi riscontrabili in screening futuri e per progettare meglio le procedure di gestione dei reperti occasionali.


Fonte:     Gibson LM, Paul L, Chappell FM, Macleod M, Whiteley WN, Salman RA, Wardlaw JM, Sudlow CLM. Potentially serious incidental findings on brain and body magnetic resonance imaging of apparently asymptomatic adults: systematic review and meta-analysis. BMJ. 2018 Nov 22;363:k4577. doi: 10.1136/bmj.k4577.