Sanità digitale e impatto ambientale

La medicina digitale in soccorso del pianeta? Le tecnologie digitali potrebbero contribuire a ridurre l'impatto ambientale del settore sanitario. Non è ancora stato definito un metodo per valutare i benefici reali.

Articolo tradotto dall'originale in tedesco

Sanità digitale: come valutare i benefici per l'ambiente?

L'impatto ambientale globale del settore sanitario oggi può essere valutato: su scala planetaria, il 5% delle emissioni umane di gas serra (anidride carbonica, metano, ozono, protossido di azoto, alocarburi, ecc.) è attribuibile ai sistemi sanitari nazionali1.
Quali sono le attività sanitarie che emettono più gas serra? Prendiamo l'esempio del Regno Unito. Secondo il rapporto Lancet Countdown2 sull'impronta carbonica3 determinata dal Sistema Sanitario Nazionale, il 62% delle emissioni deriva dagli acquisti, compresi i prodotti farmaceutici e chimici (32%) e le attrezzature mediche (19%). Seguono le emissioni derivanti dalle procedure sanitarie stesse (24%) e le emissioni derivanti dal trasporto dei pazienti, dei loro visitatori e del personale sanitario (10%).
Un altro impatto del settore sanitario è il rilascio di inquinanti atmosferici (biossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, biossido di zolfo e polveri sottili). I processi che emettono questi gas e particelle includono la produzione e il successivo smaltimento di materiali di consumo come farmaci, mascherine, attrezzature di laboratorio, ecc. Tutte queste attività comportano il consumo di combustibili fossili, l'uso di sostanze chimiche o l'incenerimento di rifiuti e, in ultima analisi, rilasciano particelle inquinanti nell'atmosfera.

Una sfida urgente e globale  

La quasi totalità della popolazione mondiale (99%) respira aria con inquinamento che supera i limiti considerati accettabili dall'OMS4. L'inquinamento atmosferico è, da solo, il 4° fattore di rischio più importante per la mortalità a livello mondiale5,6. In Europa, provoca in media 350.000 morti ogni anno.  
L'impatto della presenza di inquinanti atmosferici sul numero di ricoveri in pronto soccorso da un lato e sull'aumento della mortalità legata a patologie respiratorie o cardiovascolari dall'altro è stato documentato da diversi studi, in particolare in Francia7, 8, 9.
Se si vuole rispettare il principio del primum non nocere, chi si occupa di sanità deve ovviamente adottare misure per limitare l'inquinamento legato alle loro pratiche. Garantire l'assistenza a una popolazione che invecchia e che è vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico e dell'inquinamento atmosferico, migliorare la qualità dell'assistenza e contenere l'aumento della spesa sanitaria sono tre questioni fondamentali per la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari.
Allo stesso tempo, questi vincoli non devono portare alla rinuncia di alcuni tipi di cure a causa dell'inquinamento che provocano.
Ripensare il sistema sanitario richiede quindi una urgente ridefinizione della valutazione complessiva dell'assistenza in termini di "co-benefici"10. È necessario esaminare le modalità di attuazione di un'assistenza sanitaria più rispettosa dell'ambiente che, allo stesso tempo, continui a rispondere alle sfide sanitarie, socio-economiche e finanziarie del settore.
Per conciliare questi diversi approcci in un arco di tempo fondamentalmente ristretto, è necessario costruire un consenso condiviso con il maggior numero possibile di soggetti interessati, compresi quelli della società civile.

Telemedicina e terapie digitali

L'aumento esponenziale del numero di teleconsulti e l'emergere globale della telemedicina - attraverso terapie digitali o soluzioni per i professionisti - forniscono le prime prove dell'efficienza di queste nuove modalità di cura.
Al di là del loro impatto sul numero di trasporti evitati, è necessario inserire queste modalità in un quadro di valutazione più ampio, in modo che tutte le loro conseguenze positive "indirette" possano essere prese in considerazione, discusse, convalidate e valorizzate. Ad esempio, i teleconsulti facilitano il monitoraggio regolare dei pazienti a rischio, consentendo loro di rimanere a casa e di mantenere una maggiore autonomia11.
La telemedicina è cresciuta in modo significativo in tutto il mondo dopo la pandemia di COVID-19. Il rapido radicamento della comunicazione digitale nelle pratiche sanitarie tradizionali dimostra che l'adozione di soluzioni digitali può cambiare le pratiche sanitarie in un periodo di tempo molto breve.
Basate sullo stesso mezzo digitale, le terapie digitali potrebbero seguire una traiettoria simile a quella della telemedicina, dato che i benefici terapeutici di quest'ultima sono stati dimostrati.
Ne sono un esempio gli algoritmi per l'analisi dei sintomi e l'identificazione del rischio di ricaduta, i programmi di terapia cognitivo-comportamentale, alcuni dispositivi di monitoraggio a distanza per i pazienti in cura per malattie croniche, i sistemi per la gestione della regolazione, come le pompe per l'insulina connesse, e i programmi di supporto personalizzato progettati per incoraggiare cambiamenti nel comportamento (attività fisica, alimentazione, sonno, ecc.).
Poiché queste terapie rendono i pazienti proattivi, servono anche a ridare loro potere sulla loro salute. Includono anche una dimensione preventiva volta a ridurre il numero di interventi curativi. Infine, le soluzioni digitali possono evitare procedure di cura inutili e/o ridondanti (ad esempio, esami mal registrati) e quindi evitare la loro impronta carbonica.
Modificando l'esperienza del paziente e la capacità di analisi dei medici, gli strumenti digitali consentono un nuovo approccio alle cure. Ottimizzano la qualità dell'assistenza migliorando il coordinamento degli operatori sanitari. Sebbene queste strade sembrino promettenti, è ancora molto difficile quantificare il modo in cui limiteranno l'impatto ambientale delle attività sanitarie, a causa della mancanza di strumenti di misurazione adeguati.

 

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Lucas Thiery è il direttore strategico del Digital Medical Hub dell'AP-HP (Assistance publique - Hôpitaux de Paris è il nome del consorzio pubblico degli ospedali universitari dell'area di Parigi). È inoltre cofondatore di MedInTechs, la principale fiera francese dedicata alle innovazioni della salute digitale, che si svolge ogni anno a Parigi.

Metodi miopi di valutazione dell'impatto ambientale

La combinazione di un maggiore uso della telemedicina e delle terapie digitali consentirebbe a priori di ottimizzare il percorso di cura, eliminando semplicemente alcune procedure o pratiche che comportano il consumo di risorse e che emettono gas serra. Si tratta di procedure di cura inutili e/o ridondanti dovute alla mancata memorizzazione o registrazione di elementi già noti (esami radiologici o di laboratorio, ecc.).
Ma sarà sufficiente a far sì che i sistemi sanitari emettano meno CO2 e altri inquinanti atmosferici in modo significativo e sostenibile? Attualmente non è possibile fornire una risposta scientifica a questa domanda. È giunto il momento di effettuare questa valutazione, prima di sostenere la generalizzazione di queste soluzioni postulando che, in sostanza, generano un impatto positivo sulle emissioni di carbonio.
La questione fondamentale relativa al nostro approccio alla transizione verso un sistema sanitario sostenibile consiste nello stabilire modalità di confronto tra impatto ambientale e benefici per la salute. In definitiva, si tratta di mettere alla prova queste soluzioni digitali e di cercare le "mosse vincenti", cioè i dispositivi che riducono l'impatto ambientale e al tempo stesso preservano o migliorano i benefici sanitari e socio-economici. Purtroppo questo sistema di misurazione non esiste ancora nel settore sanitario, il che contribuisce alla miopia collettiva sui reali benefici dei dispositivi sviluppati.
Qualcuno tuttavia se ne sta occupando. In Francia, ad esempio, il più grande gruppo di ospedali pubblici (Assistance publique - Hôpitaux de Paris) ha adottato il metodo di valutazione "Bilan Carbone"12. Questo metodo fornisce una valutazione dettagliata delle emissioni di gas serra e di inquinanti legate a determinate aree di attività (servizi di assistenza, acquisti e logistica riguardanti le attrezzature, energia consumata dalle unità di assistenza, mobilità degli utenti e del personale, ecc.) D'altra parte, Bilan Carbone non è stato concepito per fornire una valutazione quantificata del rapporto tra l'impronta carbonica attuale e la riduzione prospettica dell'impronta carbonica legata alle pratiche di ottimizzazione e prevenzione.
Per illustrare questo paradosso, immaginiamo l'implementazione di una terapia digitale a scopo preventivo, che coinvolga una coorte di pazienti dotati di braccialetti connessi (i dati raccolti sono destinati a fornire consigli personalizzati). L'impronta ambientale associata alla produzione e all'alimentazione dei braccialetti e al monitoraggio dei dati potrebbe essere più che compensata dai benefici per la salute dello sforzo di prevenzione (che dopo n anni ridurrebbe il numero di interventi curativi effettuati)... oppure no! Le previsioni in questo settore sono rischiose a causa della mancanza di una metodologia adeguata.
Infatti, sebbene i metodi generici di valutazione dell'impatto ambientale come il Bilan Carbone, il Life Cycle Assessment, l'Input-Output Analysis o i metodi ibridi13 quantifichino le emissioni associate a determinati dispositivi, non tengono ancora conto della riduzione delle emissioni inquinanti legate alle procedure mediche rese superflue dallo sviluppo delle cure preventive. Sembra quindi urgente che questi metodi vengano sviluppati e adattati alle specificità delle attività sanitarie per guidare una nuova pratica di valutazione.

 

Note e riferimenti
1. Lenzen M, Malik A, Li M, Fry J, Weisz H, Pichler PP, Chaves LSM, Capon A, Pencheon D. The environmental footprint of health care: a global assessment. Lancet Planet Health. 2020 Jul;4(7):e271-e279. doi: 10.1016/S2542-5196(20)30121-2. PMID: 32681898.
2. Tennison I, Roschnik S, Ashby B, Boyd R, Hamilton I, Oreszczyn T, Owen A, Romanello M, Ruyssevelt P, Sherman JD, Smith AZP, Steele K, Watts N, Eckelman MJ. Health care's response to climate change: a carbon footprint assessment of the NHS in England. Lancet Planet Health. 2021 Feb;5(2):e84-e92. doi: 10.1016/S2542-5196(20)30271-0. PMID: 33581070; PMCID: PMC7887664.
3. L’impronta carbonica (anche: impronta di carbonio, o in inglese: carbon footprint) è un parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un'organizzazione, da un evento o da un individuo, espresse generalmente in tonnellate di CO2 equivalente (ovvero prendendo come riferimento per tutti i gas serra l'effetto associato alla CO2, assunto pari a 1). Secondo le indicazioni del Protocollo di Kyoto, i gas serra che devono essere presi in considerazione sono: anidride carbonica (CO2, da cui il nome "impronta carbonica"), metano (CH4), monossido di diazoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) e esafloruro di zolfo (SF6). Tale parametro può essere utilizzato per la determinazione degli impatti ambientali che le emissioni hanno sui cambiamenti climatici di origine antropica (da Wikipedia).
4. Billions of people still breathe unhealthy air: new WHO data. World Health Organization (2022)
5. Global Health Impacts of Air Pollution – Air pollution contributed to 6.67 million deaths in 2019. The Health Effects Institute (2020)
6. Global Burden of Disease (GBD) Compare. Institute for Health Metrics and Evaluation – University of Washington (2020)
7. Khomenko S, Cirach M, Pereira-Barboza E, Mueller N, Barrera-Gómez J, Rojas-Rueda D, de Hoogh K, Hoek G, Nieuwenhuijsen M. Premature mortality due to air pollution in European cities: a health impact assessment. Lancet Planet Health. 2021 Mar;5(3):e121-e134. doi: 10.1016/S2542-5196(20)30272-2. Epub 2021 Jan 19. PMID: 33482109.
8. Impact de pollution de l'air ambiant sur la mortalité en France métropolitaine. Réduction en lien avec le confinement du printemps 2020 et nouvelles données sur le poids total pour la période 2016-2019. Santé Publique France (2021)
9. Selon les polluants atmosphériques, les effets immédiats sur les admissions aux urgences et sur la mortalité diffèrent. INSEE Analyses (2021)
10. Rapport synthétique d'activités 2019 - 2020. Centre interdisciplinaire de durabilité (CID) – Université de Lausanne, Switzerland (2020)
11. Purohit A, Smith J, Hibble A. Does telemedicine reduce the carbon footprint of healthcare? A systematic review. Future Healthc J. 2021 Mar;8(1):e85-e91. doi: 10.7861/fhj.2020-0080. PMID: 33791483; PMCID: PMC8004323.
12. Premiers résultats du Bilan Carbone® de l’AP-HP sur l’ensemble de ses activités. AP-HP (2022)
13. Designing a net zero roadmap for healthcare – Technical methodology and guidance. Health care Without Harm (2022)