Trapianti “a cuore fermo” con la ta-NRP

Uno studio evidenzia che il trapianto “a cuore fermo” con utilizzo della tecnica ta-NRP può aumentare il pool di donatori di cuore di circa il 30%. La ta-NRP ha quindi il potenziale per ridurre i tempi della lista d'attesa e la mortalità di questi pazienti.

8.500 cuori per 22.000 pazienti

Secondo uno studio recente il numero di cuori idonei al trapianto potrebbe aumentare utilizzando più diffusamente la perfusione regionale normotermica Gli organi vengono mantenuti funzionanti riavviando la circolazione locale al cuore, ai polmoni e agli organi addominali - ma, cosa fondamentale, non al cervello - di pazienti il cui cuore ha smesso di battere per cinque minuti o più e sono stati dichiarati morti secondo i criteri circolatori (DCD, donor after cardiac death - donazione a cuore fermo). Questa procedura mantiene la normale temperatura corporea e ritarda il danno da ischemia.
Si ipotizza che, in futuro, questa tecnica possa aumentare il numero di cuori donati utilizzabili fino al 30%, contribuendo a risolvere la carenza di organi per i trapianti. Nel 2021, 54 Paesi hanno segnalato al Global Observatory on Donation and Transplantation (GODT) 8.409 trapianti di cuore. Questa attività non soddisfa i 21.935 pazienti in lista d'attesa per il trapianto di cuore nel 2021, di cui 1.511 sono morti durante l'attesa e molti altri sono diventati troppo malati per essere sottoposti a trapianto.

I trapianti di cuore sono l'ultimo baluardo per i pazienti con insufficienza cardiaca in fase terminale. Hanno successo: i pazienti che ricevono un trapianto vivono in media altri 13-16 anni. Il problema più grande che devono affrontare è l'accesso a un cuore da trapiantare: molti pazienti muoiono prima che un organo sia disponibile. Ecco perché è urgente trovare il modo di aumentare l'idoneità degli organi dei donatori.

Sebbene il primo trapianto di cuore eseguito nel 1967 al Groote Schuur Hospital di Città del Capo (Sudafrica) sia stato ottenuto da un donatore DCD, questa tecnica è stata nel tempo abbandonata e sostituita da trapianti di cuore dopo accertamento di morte secondo criteri neurologici (DBD, donation after brain death).  
Fino a poco tempo fa, i trapianti di cuore in tutto il mondo venivano ancora eseguiti solo con organi ottenuti da donatori DBD. Tuttavia, negli ultimi anni, i trapianti di cuore da donatori DCD sono in progressivo aumento.
La DCD è la donazione di organi da parte di donatori nei quali la morte viene accertata in seguito ad un arresto cardiaco. La morte per arresto cardiaco può avvenire improvvisamente, spesso in contesto extra-ospedaliero, oppure è attesa in pazienti critici ricoverati in terapia intensiva, nei quali non si hanno benefici dalla terapia massimale.
Per evitare danni irreversibili e l’impossibilità di trapianto, al momento del decesso i cuori non battenti vengono trasferiti in una macchina portatile nota come Organ Care System (OCS), dove l'organo viene perfuso con sangue ossigenato e valutato per vedere se è adatto al trapianto. Questa tecnica è stata sperimentata dal Royal Papworth Hospital NHS Foundation Trust di Cambridge, il cui team di trapianti ha effettuato il primo trapianto di cuore DCD in Europa nel 2015. Da allora il Royal Papworth è diventato il centro di trapianto di cuore DCD più grande e con maggiore esperienza al mondo. Questa procedura è costosa, si spendono circa 400.000 dollari per macchina, più altri 75.000 dollari per i materiali di consumo per ogni organo perfuso.

La ta-NRP aumenta il numero di donatori

Un approccio alternativo e molto più economico è noto come perfusione regionale normotermica (thoraco-abdominal normothermic reperfusion, ta-NRP). Questo approccio prevede la perfusione dell'organo in situ, nel corpo del donatore, e ha un costo stimato di circa 3.000 dollari. Il suo utilizzo è stato segnalato per la prima volta nel 2016 da un team del Royal Papworth Hospital.
In uno studio pubblicato su eClinical Medicine, un team internazionale di scienziati clinici e cardiochirurghi provenienti da 15 importanti centri di trapianto di tutto il mondo, tra cui Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Belgio, ha esaminato gli esiti clinici di 157 cuori di donatori DCD recuperati e trapiantati da donatori sottoposti a ta-NRP. Hanno confrontato questi risultati con quelli di 673 trapianti di cuore DBD, che rappresentano il "gold-standard".
Il team ha riscontrato che, nel complesso, l'uso della ta-NRP ha aumentato in modo significativo il pool di donatori, incrementando il numero di trapianti di cuore eseguiti del 23%.
I tassi di sopravvivenza sono stati paragonabili tra il trapianto di cuore DCD e DBD, con il 97% dei pazienti sopravvissuti per più di 30 giorni dopo il trapianto di cuore ta-NRP DCD, il 93% per più di un anno e l'84% dei pazienti ancora vivi dopo cinque anni.

I ricercatori affermano che alcuni dei benefici della ta-NRP sono probabilmente dovuti alla riduzione del tempo di ischemia calda, rispetto al prelievo diretto (DPP, direct procurement and preservation, cioè quando il cuore viene rimosso immediatamente per il trapianto e perfuso all'esterno del corpo). Il tempo medio è stato di 16,7 minuti, significativamente inferiore ai 30 minuti associati al danno permanente alle cellule cardiache.
Un ulteriore vantaggio di questo approccio è che consente alle équipe mediche di preservare simultaneamente diversi organi, come fegato, pancreas e reni, senza la necessità di diversi dispositivi di perfusione esterna specifici per l'organo. Questo riduce la complessità e i costi.
Per aumentare l'accettazione e l'utilizzo della ta-NRP per il recupero di cuori DCD saranno necessari studi che dimostrino l'assenza di perfusione cerebrale durante la ta-NRP. Un recente articolo ha evidenziato diversi metodi rapidi ed efficaci per garantire l'assenza di flusso sanguigno cerebrale, anche se non sono ancora stati dimostrati a livello clinico.
I ricercatori ritengono inoltre che il lavoro futuro dovrebbe assumere la forma di uno studio di controllo randomizzato per comprendere meglio gli esiti della ta-NRP rispetto al trapianto DBD.


Fonte: Louca J, Öchsner M, Shah A, Hoffman J, Vilchez FG, Garrido I, Royo-Villanova M, Domínguez-Gil B, Smith D, James L, Moazami N, Rega F, Brouckaert J, Van Cleemput J, Vandendriessche K, Tchana-Sato V, Bandiougou D, Urban M, Manara A, Berman M, Messer S, Large S; WISPGm; WISPG. The international experience of in-situ recovery of the DCD heart: a multicentre retrospective observational study. EClinicalMedicine. 2023 Mar 2;58:101887. doi: 10.1016/j.eclinm.2023.101887. PMID: 36911270; PMCID: PMC9995283.