Uno studio sugli attentati di Parigi

I diversi protagonisti della gestione della maxi-emergenza hanno analizzato le misure messe in atto per fornire assistenza sanitaria alle vittime degli attacchi terroristici di Parigi del 13 novembre 2015. L'obiettivo era quello di migliorare, se possibile, i piani di emergenza esistenti.

L’analisi condivisa delle maxi-emergenze consente un miglioramento dei piani di intervento

I diversi protagonisti della gestione della maxi-emergenza hanno analizzato le misure messe in atto per fornire assistenza sanitaria alle vittime degli attacchi terroristici del 13 novembre 2015. L'obiettivo era quello di migliorare, se possibile, i piani di emergenza esistenti.

Un attacco terroristico senza precedenti assediò Parigi nella notte del 13 novembre 2015. Un commando di attentatori kamikaze colpì sei volte in 33 minuti, sparando all'impazzata sulla folla, in strada e nei locali, soprattutto fra giovani che stavano trascorrendo il venerdì sera fuori casa. Un attacco terroristico senza precedenti in Francia, che provocò almeno 129 i morti e oltre 300 feriti.
Pochi giorni fa sono stati presentati i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricerca clinica sulla coorte di vittime degli attentati del 13 novembre 2015.

Il 13 novembre 2015 furono mobilitati servizi extraospedalieri (ambulanze, vigili del fuoco ed altri mezzi di soccorso) ed ospedalieri (pronto soccorso, trauma center, sale operatorie, unità di terapia intensiva, in ospedali civili e militari). Il gruppo di ricerca ha raccolto i dati di 337 vittime con lesioni fisiche che sono arrivate in ospedale tra l'inizio degli eventi e le 23:59 del 14 novembre 2015. Non sono stati inclusi i dati delle vittime senza lesioni fisiche, delle vittime con solo trauma psicologico e delle vittime non ricoverate.
Il lavoro ha evidenziato che la stragrande maggioranza dei feriti è stata vittima di colpi di fucili d'assalto, che hanno causato ferite più gravi rispetto all'uso di esplosivi e, di conseguenza, hanno determinato l’esigenza di cure maggiori.

In particolare, nonostante il contesto, il tasso di mortalità osservato (2%) non si è discostato dal tasso di mortalità atteso (3%).

Secondo i ricercatori, la gestione delle maxi-emergenze dovrebbe sempre essere oggetto di un rapporto sanitario standardizzato condiviso con l'intera comunità medica per migliorare i piani di emergenza. Dal punto di vista medico, questo consente di stimare rapidamente le esigenze sanitarie a breve e medio termine in caso di evento terroristico (medicalizzazione preospedaliera, triage, procedure di evacuazione negli ospedali, organizzazione dei servizi di emergenza, sale operatorie, cure intensive, trasfusioni) non appena si dispone di un'approssimazione del numero di vittime e del tipo di evento.
Questo approccio consente inoltre una gestione rigorosa delle risorse sanitarie, in particolare di quelle più scarse (le equipe chirurgiche).


Fonte: Raux M, Carli P, Lapostolle F, Langlois M, Yordanov Y, Féral-Pierssens AL, Woloch A, Ogereau C, Gayat E, Attias A, Pateron D, Castier Y, François A, Ludes B, Dolla E, Tourtier JP, Riou B; TRAUMABASE Group. Analysis of the medical response to November 2015 Paris terrorist attacks: resource utilization according to the cause of injury. Intensive Care Med. 2019 Sep;45(9):1231-1240. doi: 10.1007/s00134-019-05724-9. Epub 2019 Aug 15.
Blanquart B. Attentats du 13 novembre 2015: retour sur la prise en charge médicale immédiate. Esanum.fr. 18/09/2019